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Spid: i siti dei gestori dell’identità digitale. Ecco tutte le modalità per acquisirla

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ROMA – Supplendo alle informazioni insufficienti delle pubbliche istituzioni, l’Associazione dei Consumatori (Aduc) pubblica sul suo sito una sorta di vademecum per consigliare i cittadini che vogliano subito sperimentare questa novità La procedura sembra semplice, ma conoscendo la nostra burocrazia, sia pubblica che privata, è sempre meglio non fidarsi.

L’identità digitale di base è un Pin unico costituito da nome utente (id) e da una password ; ci sono poi livelli ulteriori di sicurezza che prevedono password usa e getta o invii di codici per sms e “smart card” o altri dispositivi di autenticazione.

L’ottenimento del pin digitale prevede una fase di identificazione del soggetto richiedente, che può essere gestita dal gestore del servizio piuttosto liberamente. I gestori a cui rivolgersi per presentare la domanda al momento sono Telecom, Infocert e Poste Italiane. Ci si può rivolgere a loro personalmente, presso una sede locale, o inoltrare la domanda telematicamente attraverso il loro sito:

  1. www.nuvolastore.it.
  2. https://identitadigitale.infocert.it
  3. www.poste.it.

Il cittadino è libero di scegliere il gestore che preferisce, secondo le modalità di rilascio e fruizione dell’identità digitale. La domanda da presentare è il “modulo di richiesta di adesione” che contiene tutti i dati del cittadino compresi un indirizzo di posta elettronica e un recapito di telefonia mobile per effettuare controlli e verifiche identificative. Se il richiedente non avesse indirizzo di posta elettronica il gestore dovrà rilasciargliene uno da utilizzare poi per tutte le comunicazioni.

La verifica dell’identità del richiedente può avvenire a vista, personalmente, o a distanza, a seconda di come viene presentata la domanda. Nella vita telematica potrebbe essere necessaria la tessera sanitaria-carta nazionale dei servizi (TS-CNS) o una carta analoga oppure la firma elettronica o digitale. La verifica può avvenire anche tramite un’identità digitale pregressa posseduta dal richiedente, previa autorizzazione a procedere in tal senso che il gestore deve ottenere dall’AGID.

In certi casi il vecchio Pin potrebbe essere trasformato nel nuovo SPID, quando ha sufficienti doti di sicurezza (come per esempio quelli rilasciati dall’Agenzia delle entrate o dall’Inps).


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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