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Migranti: Renzi lancia il «migration compact», l’Europa sembra abboccare. Ma i 28 restano divisi

Commissione Ue
Commissione Ue

ROMA – Sulla base dell’esperienza fatta con l’accordo tra Ue e Turchia, l’Italia propone un «migration compact» per ridurre i flussi anche lungo la rotta mediterranea attraverso nuove intese con i Paesi d’origine e di transito, in particolare quelli africani, da finanziare con strumenti innovativi come i bond Ue-Africa.

Ecco quanto l’Ue potrebbe offrire ai Paesi terzi in base alla proposta italiana.

– PROGETTI D’INVESTIMENTO. Opere dall’alto impatto sociale e infrastrutturale da individuare assieme al Paese partner.

– UE-AFRICA BONDS. Titoli con cui finanziare i progetti infrastrutturali e facilitare l’accesso di questi Paesi ai mercati finanziari, in sinergia con la Bei e le altre grandi organizzazioni finanziarie internazionali.

– COOPERAZIONE SUL FRONTE DELLA SICUREZZA. Controllo comune dei confini e collaborazione sul fronte della lotta al crimine

– OPPORTUNITA’ DI MIGRAZIONE LEGALE. Creazione di strumenti per l’accesso di lavoratori al mercato europeo

– SCHEMA DI REINSEDIAMENTI. Sistema di compensazione riservato ai Paesi che si impegnano nello stabilire sistemi di asilo nazionali.

Ed ecco quello che l’Ue potrebbe chiedere in cambio

– CONTROLLO CONFINI E RIDUZIONE FLUSSI. Nell’ambito di un coordinamento con le forze locali anche grazie a una Guardia di frontiera europea.

– COOPERAZIONE SUI RIMPATRI-RIAMMISSIONI. Collaborazione amministrativa con i Paesi sul fronte dell’identificazione, della distribuzione dei documenti e dei rimpatri.

– GESTIONE DEI FLUSSI DEI RIFUGIATI. Con il sostegno locale di strutture di accoglienza dove identificare chi ha diritto a ottenere protezione internazionale e chi no.

– APPLICAZIONE DI SISTEMI DI ASILO NAZIONALI. In linea con gli standard internazionali, magari con l’aiuto di agenzie specializzate come l’Unhcr e la Oim.

– LOTTA COMUNE AI TRAFFICANTI. Con operazioni congiunte di polizia e aumentando la cooperazione giudiziaria.

In genere le prime informali reazioni a Bruxelles oscillano tra un apprezzamento di massima per una serie di proposte in parte già discusse a livello europeo e un atteggiamento curioso ma guardingo dinanzi alla novità relativa al finanziamento della strategia europea sul fronte dell’immigrazione. Renzi ha infatti furbescamente tirato fuori dal cilindro una sintesi di proposte già avanzate in sede europea, che sono state già valutate, alcune positivamente, dai 28, aggiungendo però la proposta rilevante del nuovo metodo di finanziamento per i Paesi africani coinvolti.

Agli occhi di alcuni osservatori la proposta complessiva ha il merito di guardare al medio-lungo periodo, oltre l’emergenza di questi mesi, consapevole di come la crisi migratoria rischi di essere un problema da gestire per anni. Proprio per questo, non sarà facile però metterla in pratica. Prima di tutto, prevede la collaborazione dei paesi di origine e di transito, che non sempre sono pronti a cooperare.

In particolare riguardo il finanziamento, i primi commenti sono cauti. Da un lato, molti paesi sono consapevoli dei costi elevati di gestire la questione migratoria; dall’altro, al di là del nodo puramente finanziario, ci si interroga sul significato politico di eventuali «obbligazioni europee comuni», come vengono chiamate nel testo italiano.

Ciò detto, l’intero piano strategico poggia su una considerazione generale: la dimensione esterna è decisiva per la tenuta interna dell’Unione; per salvare lo Spazio Schengen bisogna prima di tutto proteggere le frontiere esterne. Su questo fronte l’Italia rilancia con nuove proposte, soprattutto mettendo in programma una revisione del Principio di Dublino, che prevede l’asilo nel paese europeo di primo arrivo. Bruxelles ha presentato due opzioni: una di ricollocamento dei profughi in tutta Europa nei casi di emergenza; l’altra che instaura un nuovo sistema di redistribuzione da utilizzare in via permanente. Per ora però questo tema continua a creare divisioni tra i Ventotto, che non sono d’accordo quasi su nulla. E temiamo che anche l’ultima sortita renziana subirà la stessa sorte delle iniziative precedenti, cioè zero via zero.

immigrazione, Italia, proposte, ue


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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