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Parigi, Jobs Act: scontri con la polizia, un ferito grave, 15 agenti feriti, 77 persone fermate

parigiPARIGI – Settantasette persone fermate in tutta la Francia, 15 feriti fra le Forze dell’ordine, una persona gravemente ferita a Parigi, in circostanze da accertare. Questo il bilancio dell’ennesima giornata di mobilitazione in Francia contro la legge sul lavoro, il cosiddetto Jobs Act francese.

Tra i 18.000 e i centomila manifestanti hanno sfilato nelle strade di Parigi per chiedere il ritiro della riforma del lavoro voluta dal premier Manuel Valls: è quanto emerge dai dati forniti rispettivamente dalla questura e dal sindacato Force Ouvrière. Le frange più violente hanno lanciato oggetti contundenti contro gli agenti che hanno risposto con cariche e lacrimogeni. Nella capitale, caos e scontri fin dall’inizio alla Bastiglia, anche per la concomitante operazione di polizia per neutralizzare un presunto jihadista che si era barricato in un appartamento del quartiere. Scontri con giovani con il passamontagna anche all”arrivo a place de la Nation. Danneggiati numerosi elementi dell”arredo urbano parigino che è uno dei fiori all’occhiello della capitale, da anni estremamente attenta al decoro.

FRANCIA – All”ottava giornata di protesta contro il Jobs act francese, lo scenario è sempre lo stesso. In tutto si sono svolti 174 cortei, la maggior parte dei quali pacifici, salvo che a Parigi, Nantes e Bordeaux, con feriti, danni e fermati. Le cifre sulla partecipazione sono al solito contraddittorie. Si è parlato inizialmente di manifestanti in aumento ma le cifre complessive sono in calo rispetto alle settimane scorse. In tutta la Francia 153.000 in corteo, 300.000 secondo il sindacato CGT. Gravi gli incidenti, 77 i fermati. A Bordeaux i casseurs hanno attaccato un commissariato ferendo una donna. A Nantes la polizia ha dovuto far uso di gas lacrimogeni dopo che il corteo era degenerato e i manifestanti si erano abbandonati al saccheggio di due banche. A Caen, in Normandia, filmato un nuovo caso di presunta violenza della polizia contro un manifestante.

POLITICA – Sul piano politico, il caos non è minore. Manuel Valls, il premier ieri irremovibile davanti al parlamento, ha ribadito la fermezza ai microfoni di radio e tv stamattina. Possibili modifiche o miglioramenti ma non si tocca l”articolo 2 del testo di legge, la spina nel fianco dei sindacati. Si tratta infatti della parte della legge che autorizza la contrattazione di secondo livello, sottraendo di fatto al sindacato l”esclusiva della trattativa collettiva a livello nazionale.

Mentre Valls fa dell”articolo 2 un punto irrinunciabile, oggi il suo ministro delle Finanze, Michel Sapin, ha aperto una crepa, sintomatica del malessere crescente all”interno della maggioranza di governo. «Forse – ha detto Sapin a microfoni diversi da quelli di Valls – bisognerà ritoccare l’articolo 2 su alcuni punti». Una posizione che era stata accennata ieri da Bruno Le Roux, capogruppo socialista all”Assemblea nazionale.

Nella breccia così aperta si è immediatamente infilato Philippe Martinez, segretario della CGT. Per lui, Francois Hollande, che dal Giappone – dove si trova per il G7 – ha mandato messaggi di sostegno a Valls, «non ha più la sua maggioranza. Qual è oggi la posizione del governo? – si è chiesto – Quella di Valls, di Sapin, di Le Roux? Non sappiamo con chi dobbiamo parlare…come per altri aspetti, tutto questo dimostra che il presidente non ha più una maggioranza».


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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