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Economia: le politiche del Governo non funzionano, una famiglia su 4 non ce la fa a pagare il mutuo

renzitwit1La situazione economica dell’Italia è sempre in fase di stallo, il Paese non riparte, molti strati della popolazione, soprattutto quelli più deboli sono in difficoltà, nonostante l’obolo renziano degli 80 euro. La riprova? Un esempio su tutti: una famiglia su quattro ha problemi a pagare il mutuo di casa. Nel corso di un anno si è passati dal 14,4% al 22,8% di famiglie che dichiarano difficoltà a far fronte al mutuo, lo rivela uno studio di Nomisma sulla situazione economica delle famiglie italiane.

Lo studio conferma i modesti miglioramenti delle condizioni economiche delle famiglie osservati da Istat (aumento percettori di reddito più che dei redditi stessi, occupazione), ma sembra essere aumentata anche la consapevolezza delle fragilità del sistema Paese, che si riflette anche in un aumento dei consumi attuali e nel sostanziale “congelamento” di alcuni capitoli di spesa, come quello dell’acquisto della casa e degli investimenti (le famiglie che non riescono a risparmiare sono passate da 31,9% a 37%). Nomisma registra inoltre un aumento della dipendenza delle famiglie dai mutui, domanda solo parzialmente assecondata dal mondo bancario, nonostante il boom conosciuto dai mutui. Guardando alla componente di domanda di mutuo non soddisfatta, il 73% delle domande non accolte riguarda la mancanza di garanzie sufficienti.

Si tratta dunque di un’altra conferma del fallimento delle politiche economiche del governo che, secondo le opposizioni interne (minoranza dem) e parlamentari dovrebbe prestare maggiore attenzione ai problemi veri delle persone, specialmente quelle più in difficoltà, mentre invece finora ha strizzato l’occhio all’industria, alla finanza, a quelle forze che hanno appoggiato la presa di potere di Renzi con la regia del Presidente Re Giorgio Napolitano.  Ed è per questo che da molte parti si chiede al rottamatore di fare un’ampia correzione di rotta, di prestare più attenzione alle esigenze delle periferie, dei lavoratori, dei sindacati, di quei settori ai quali tradizionalmente si è sempre rivolta l’azione politica del Pd. Vedremo domani 24 giugno, in una Direzione che si preannuncia accesa, che cosa accadrà, ma l’impressione è che la resa dei conti sia rinviata a ottobre, alla data del referendum costituzionale. Che forse Renzi, vista la mala parata, sta pensando di rinviare di qualche mese attendendo tempi più propizi.

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