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Brexit: Vertice Merkel – Hollande – Renzi non decide nulla. Si attende la richiesta della Gran Bretagna

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BERLINO – Angela Merkel, François Hollande e Matteo Renzi, riuniti a Berlino, si sono trovati d’accordo nel non aprire colloqui formali o informali con Londra sulla Brexit prima che la Gran Bretagna presenti formale richiesta di attivazione dell’articolo 50 del Trattato. Ha prevalso dunque la linea della cancelliera tedesca, che vede per il suo Paese una convenienza ad allungare i tempi della procedura e della decisione, mentre i due partners italiano e francese, dopo aver fatto dichiarazioni esplicite in senso esattamente contrario, si sono accodati alla tesi della Merkel. Visto che proprio oggi Cameron a Londra ha annunciato che non intende per ora attivare la procedura dell’art. 50 dei Trattati europei per l’uscita della Gran Bretagna, è evidente che i tempi saranno lunghi, forse oltre i due anni previsti. In barba ai propositi battaglieri di Renzi, che, prima dell’incontro di Berlino, ha più volte dichiarato che l’Europa non può permettersi un ulteriore anno di discussioni sulla Brexit.

MERKEL – «Il Consiglio europeo dovrà essere condotto per trovare una procedura comune» sulla Brexit, «dobbiamo dare un nuovo impulso ai lavori dell’Unione, vogliamo elaborare misure concrete nei prossimi mesi per la sicurezza interna ed esterna, per la lotta terrorismo, agire in modo strategico nei paesi d’origine dell’immigrazione», ha detto la cancelliera tedesca Merkel dal vertice di Berlino con Renzi e Hollande dopo la Brexit.

RENZI – «Quello che è accaduto nell’ultima settimana ci dimostra che questo è un tempo propizio: se da un lato siamo tristi per il voto dei britannici è anche vero che questo è un tempo propizio per una nuova pagina dell’Ue», ha affermato Renzi dal vertice di Berlino individuando nella parola greca `kairos´, che significa «tempo opportuno».

HOLLANDE – «In questo momento serve dare prova soprattutto di responsabilità: non possiamo perdere tempo per non creare incertezza», ha affermato Hollande, aggiungendo che «il Regno Unito deve dar prova di saper dimostrare rispetto nei confronti di quello che siamo come Unione europea».

CAMERON – Intanto a Londra Cameron ha pronunciato il primo discorso del dopo-Brexit. Il leader conservatore ha detto che la grande sfida dei negoziatori sarà quella di «far rimanere la Gran Bretagna all’interno del mercato unico europeo». Una sfida che però toccherà al prossimo esecutivo ha specificato il leader conservatore dimissionario.  L’uscita dalla UE – ha puntualizzato Cameron – non sarà una passeggiata per l’economia britannica. Nel suo intervento il premier ha ribadito la posizione che aveva assunto all’alba del 24 giugno dopo la sconfitta referendaria, ovvero che Londra «non chiederà per il momento l’applicazione dell’Articolo 50», quello che dà il via formale al processo di separazione dalla Unione Europea.

BRUXELLES – È evidente perciò che il prossimo Consiglio europeo del 28 – 29 giugno sarà del tutto inutile, visto che Londra non ha fatto alcun passo avanti e che la Germania, che continua a comandare le operazioni, nonostante i grandi proclami in contrario di Renzi e Hollande, non ha alcuna intenzione di accelerare i tempi, per poter salvaguardare meglio i propri interessi economici, come ha del resto fatto, incontrastata, finora.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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