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Referendum costituzionale: nei sondaggi prevalgono gli indecisi. I cittadini non conoscono la riforma

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Seguendo la linea di neutralità che ci siamo imposti per una vicenda così importante, dalla quale dipendono la sopravvivenza di Renzi e del governo (ma sarà vero?) e le riforme istituzionali più importanti varate dall’esecutivo, dopo aver dato voce (e continueremo a farlo) alle ragioni del Sì e a quelle del No, informiamo i nostri lettori anche dei vari sondaggi, di varia estrazione e provenienza, che si susseguono, ma che hanno una costante negativa: la disinformazione della gente sui contenuti della riforma costituzionale. Nonostante la parziale marcia indietro del premier e le affermazioni da Pinocchio di vari esponenti della sinistra, che addebitano all’opposizione la personalizzazione della consultazione (niente di più falso, è stato Renzi per primo a causarla), molta gente crede ancora che a ottobre (o forse a novembre) si andrà a votare pro o contro il governo Renzi.

Tutti i sondaggi contribuiscono a confermare un quadro nebuloso. L’ultima rilevazione in ordine di tempo, realizzata il 26 luglio scorso dall’Istituto Eumetra Monterosa su di un campione rappresentativo della popolazione italiana con più di 17 anni di età, ha confermato che quasi un elettore su due (il 46%) dichiara di essere tuttora indeciso sul voto da esprimere. A costoro va sommato circa il 14% che ancora confessa addirittura di non essere neppure al corrente dell’esistenza di un referendum prossimo venturo, oltre a una ridotta parte di cittadini che già oggi ha deciso di non andare a votare.Gli indecisi sono presenti in misura consistente nell’elettorato attuale di tutti i partiti. Afferma di non avere ancora scelto ben la metà di chi esprime oggi l’intenzione di voto per il Pd

L’indecisione risulta più frequente tra le donne e fra gli elettori meno giovani; in particolare tra gli ultra 65enni, quasi uno su tre non è nemmeno a conoscenza dell’esistenza del referendum. L’incertezza è più diffusa tra chi appartiene a un ceto meno elevato e, ancor più, tra casalinghe e disoccupati. Che costituiscono, assieme agli anziani, le categorie meno raggiunte dal dibattito. Nell’insieme più di 6 intervistati su 10 non hanno assunto una decisione netta su come votare.

E il bello è che saranno proprio loro a decidere il risultato.Quanto agli orientamenti attuali anche da quest’ultimo sondaggio risultano prevalere i No. Questa scelta risulta significativamente più accentuata tra l’elettorato maschile, specialmente tra quello più giovane, sotto i 35 anni. Si tratta di un’opzione più diffusa tra dirigenti, imprenditori e liberi professionisti. Sul piano degli orientamenti politici, il No è ovviamente assai più gettonato tra gli elettori dei partiti di opposizione, mentre il Sì è nettamente prevalente tra i votanti per il Pd (dove però esiste una marcata spaccatura interna). Ma si tratta di orientamenti destinati a mutare, poiché la massa dei possibili votanti resta ancora nel limbo degli indecisi e può alla fine sovvertire ogni pronostico.

Un’ adeguata campagna informativa da parte di entrambe le posizioni in lizza potrebbe sanare questa lacuna, pur se sorge il sospetto che l’alto numero di indecisi dipenda anche da una sorta di sospensione di giudizio nei confronti del governo guidato da Matteo Renzi, che appare oggi meno popolare nell’opinione pubblica di quanto risultasse all’inizio del suo mandato. Per molti, infatti, il voto al referendum continua e probabilmente continuerà a costituire una valutazione dell’operato dell’esecutivo.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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