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Pensioni: Camusso, l’Ape sarà un flop e per i contratti pubblici non ci accontenteremo di un caffé

Camusso a una manifestazione degli edili
Susanna Camusso

ROMA – «Il Governo ci ha detto che con la legge di bilancio avrebbe messo a disposizione risorse rilevanti, ma le anticipazioni parlano di appena 1,5 miliardi di euro, una cifra chiaramente insufficiente. Non va avanti l’ottava salvaguardia per gli esodati, non ci sono soluzioni per i lavori usuranti e per i precoci, mentre l’unica cosa che sembra interessare al governo è l’Ape, questa specie di mutuo pensionistico sul quale abbiamo molte obiezioni. È urgente aumentare la no tax area e allargare la platea dei beneficiari della quattordicesima bisogna inoltre intervenire a sostegno di coloro che svolgono lavori usuranti o hanno cominciato da ragazzi. Infine, vanno corrette le leggi sbagliate che impediscono le ricongiunzioni gratuite.

APE – L’Ape è nei fatti un prestito, un marchingegno che non può funzionare come soluzione generale al tema della flessibilità in uscita. Del resto è facile capire che l’idea che ci si debba indebitare alla fine dell’età lavorativa, con un prestito da restituire in 20 anni sulla stessa pensione, è un’idea contraria alla naturale propensione delle persone». Secondo Camusso sarà un flop: «Con queste caratteristiche non c’è dubbio. Non solo. C’è anche il rischio di dare alle aziende uno strumento che può rivelarsi un capestro per i lavoratori nei processi di ristrutturazione. Lavoratori ai quali verrebbe imposta l’Ape».

CONTRATTI – Sui contratti del pubblico impiego «con i 300 milioni stanziati non si comincia neanche, ci vorranno alcuni miliardi, che non graveranno tutti sul primo anno. Non ci accontenteremo però di un caffè».

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