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Il punto focale del piano di Renzi è la creazione di lavoro

Lavoro: dopo il fallimento del jobs act il governo cambia strategia. Si punta sulla produttività

Un'operaia al lavoro
Un’operaia al lavoro

ROMA – Se ufficialmente, anche nelle 30 slides di promozione dell’attività del governo, l’esecutivo magnifica ancora i vantaggi che derivano dall’introduzione del Jobs act, qualcuno dei tecnici che consigliano il rottamatore si deve essere accorto che bisogna correre ai ripari prima che sia troppo tardi. Tanto che per rilanciare il mercato del lavoro si pensa a una nuova strategia che, eliminati gli incentivi alle imprese che assumono, punti invece sulla produttività. Infatti ormai le imprese che dovevano stabilizzare i precari lo hanno già fatto, sfruttando il bonus. E tutta l’operazione sgravi-assunzioni peserà sulle casse pubbliche per circa 17 miliardi nell’arco di sette anni complessivi, considerando quelli che i tecnici chiamano i trascinamenti.

Le aziende ora preferiscono ricorrere ai contratti a breve o a brevissimo termine, il che è dimostrato dall’aumento inarrestabile dei voucher.

Quindi il governo cambia verso, come ama dire Renzi, e cerca di favorire la produttività. Innanzitutto ampliando la detassazione sui premi aziendali di risultato, poi puntando sulla riforma ‘imposta’ della contrattazione, se sindacati e Confindustria non chiudono la trattativa.

Vedremo quali saranno le reali decisioni dell’esecutivo, ma è certo che Renzi dovrà tirare fuori qualcosa dal cilindro visti i deludenti risultati in tema di crescita e di occupazione, soprattutto giovanile.

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