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Legge elettorale: dopo l’apertura di Renzi ecco le varie ipotesi in campo

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Nel corso della festa dell’Unità a Catania Renzi ha confermato di essere disponibile a varare modifiche alla legge elettorale, anche se personalmente non ha in tasca una proposta alternativa all’Italicum. Nè crede che un altro progetto possa ottenere in Parlamento una maggioranza più ampia di quella strappata a fatica (con la fiducia) un anno e mezzo fa. Fosse per lui magari punterebbe sul sistema del provincellum, caldeggiato dal fedelissimo Dario Parrini, che sostituisce le preferenze con 600 collegi uninominali. Ma non lo manifesta, se non altro perché è molto probabile che non riscuoterebbe grande successo in Parlamento tra chi vorrebbe magari un ritorno al proporzionale senza ballottaggio. E che invece è disposto a incassare quella modifica gradita a tutti tranne ai grillini del premio alla coalizione e non alla lista.

CONSULTA – Inoltre è da tener presente che il 4 ottobre la Consulta si pronuncerà sull’Italicum e si infittiscono i boatos che vorrebbero la nuova legge a rischio del giudizio dei giudici costituzionali.  Il rischio che il Paese corre nel restare nuovamente senza legge elettorale, visto che  approvarne una nuova, nell’attuale Parlamento, infatti non sarà facile. Soprattutto non sarà facile “produrre” una nuova legge elettorale che assicuri governabilità e stabilità al Paese. Sondando gli strateghi del Pd si capisce che il vero intento dell’uscita di Renzi «gli altri facciano le loro proposte, noi faremo le nostre», è rimettere il cosiddetto cerino nelle mani dei dissidenti. Infatti alla riapertura dei giochi sull’Italicum, già quasi non si contano le proposte alternative.

Non si è ancora mai votato con la legge elettorale del governo Renzi, anche perché è diventata applicabile soltanto lo scorso primo luglio. Ma, nell’attesa che si pronunci la Corte Costituzionale e indichi eventuali aspetti da cambiare, l’apertura di Matteo Renzi a una revisione rimette in gioco chi vorrebbe sistemi di voto alternativi. Sotto i riflettori in particolare due proposte: il Provincellum dei ‘renziani e il Mattarellum 2.0 dei bersaniani.

Vediamo le caratteristiche di tutte le proposte possibili.

ITALICUM – E’ un sistema proporzionale con sbarramento al 3% e assegnazione di un premio di maggioranza (340 seggi su 630) alla lista che supera il 40%. Se nessuno lo raggiunge, si svolge un secondo turno tra i due partiti più votati, che assegna il premio. Nei 100 collegi in cui si vota il capolista è bloccato mentre per gli altri candidati valgono le preferenze.

PROVINCELLUM – Per i renziani (Dario Parrini ha presentato da tempo una proposta) si può rispolverare e correggere la vecchia legge elettorale per le Province. Non tocca infatti i principi dell’Italicum che anche secondo il premier sono più positivi: il ballottaggio e il premio alla lista. E sostituisce il collegio uninominale alle preferenze. Ogni partito ha un solo candidato in ogni collegio: se nel collegio nessuno raggiunge una soglia alta (40% o 50%), si decide il vincitore al ballottaggio. L’impianto è proporzionale, con premio di maggioranza.

MATTARELLUM – Tra i renziani c’è anche chi vorrebbe il ritorno al Mattarellum, la legge elettorale che fu archiviata dal Porcellum, magari con qualche correzione. Il sistema era un maggioritario a turno unico per l”assegnazione del 75% dei seggi; un proporzionale con liste bloccate per il restante 25%.

MATTARELLUM 2.0 – La minoranza Pd propone l’elezione di 475 deputati in collegi uninominali a turno unico. Altri 143 seggi vengono così assegnati: 90 come “premio di governabilità alla prima lista o coalizione, con un limite totale di 350 deputati; 30 vanno alla seconda lista o coalizione; 23 vengono divisi tra i partiti che superano il 2% e hanno meno di 20 eletti.

SISTEMA GRECO – I Giovani turchi, guidati dal presidente Pd Matteo Orfini, propongono un sistema sul modello greco, ovvero con turno unico e premio di maggioranza al primo partito. In Grecia il premio e” al 15% (50 deputati su 350).

PREMIO ALLA COALIZIONE – I piccoli partiti – Ncd su tutti – ma anche un pezzo di Forza Italia e i franceschiniani del Pd chiedono di assegnare non alla lista ma alla coalizione il premio di maggioranza previsto dall’Italicum.

DEMOCRATELLUM – I Cinque stelle hanno una proposta di legge proporzionale, con collegi intermedi, soglie di sbarramento e preferenze, sia positive che negative.

ALTRE PROPOSTE – Agli atti della Camera ci sono già alcune proposte di legge per cambiare l’Italicum. Il deputato Pd Giuseppe Lauricella cancella il ballottaggio, di modo che solo se un partito supera da solo il 40% prende il premio di maggioranza, altrimenti il sistema è un proporzionale puro. Il presidente del Misto Pino Pisicchio propone il premio alla coalizione e che il ballottaggio sia valido solo se va a votare il 50% degli elettori, altrimenti il riparto è proporzionale.

Come si vede la confusione regna sovrana e forse proprio per questo Renzi ha rilanciato il confronto, per dimostrare che, alla fin fine, l’Italicum – magari con piccole correzioni –  costituisce il male minore, salvo parere contrario della Consulta.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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