Fondi Ue: restano a Bruxelles. Invece di protestare sempre l’Italia impari a utilizzarli

Commissione Ue
Commissione Ue

BRUXELLES – Ad un anno e mezzo dall’approvazione dei programmi regionali e nazionali del periodo 2014-2020, i rubinetti dei fondi della politica di coesione Ue (Fesr e Fse), per l’Italia, restano chiusi. A parlare della situazione di “stallo” sono fonti della Commissione Ue nell”ambito della Settimana delle città e delle regioni, a Bruxelles. Nonostante l’Italia sia il secondo Paese beneficiario nell’Unione, con un pacchetto di 31 miliardi di euro da spendere per creare crescita e occupazione, la Commissione Ue si trova nelle condizioni di non poter rimborsare neanche un euro perché regioni e ministeri tardano a completare la procedura di designazione delle autorità di gestione, di certificazione e di controllo necessarie per i 30 programmi concordati. “La situazione dell”Italia è una delle peggiori, se non la peggiore in Ue”, avvertono le fonti, che indicano la Polonia (primo beneficiario Ue con oltre 70 miliardi) come uno degli esempi più virtuosi, con 20 programmi chiusi su 21.

Il governo Renzi aveva inizialmente dato opportunamente una smossa e una velocizzazione alle procedure, tanto che il nostro paese aveva recuperato a livello europeo, ma adesso maiora premunt. È in ballo il referendum costituzionale, importante per la casta, ma poco per i cittadini, e gli argomenti più concreti finiscono in soffitta.

 

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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