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Migranti, Francia: il parroco di santa Chiara contro il prefetto di Lione. Vuole ospitare i migranti in Chiesa

Lyon Le pere Gerard Riffard, cure de Saint-Etienne, relaxe en premiere instance, a ete juge par le cour d'appel de Lyon, pour avoir heberge des demandeurs d'asile dans une salle paroissiale. In Lyon a priest is judged for offence of solidarity This priest of a popular district appears before the Court of Appeal of Lyon to have accommodated the asylum seekers. Father Riffard, seventy-year-old, does not manage to explain the judicial doggedness against him. This man of the Church dedicated his life for help the destitute and the poor, could risk a fine of up to 1200 euros. All the asylum seekers come from sub-Saharan Africa and asked for an application for asylum in France Father Gerard Riffard said:"I'm like Abraham, father of many" /BONY_1212.04/Credit:BONY/SIPA/1412051339

LIONE – Una decisione del prefetto di Lione ha tarpato le ali a padre Riffard, un anziano sacerdote che ha cominciato ad accogliere, fin dal 2007, dei senza tetto e dei migranti nella sua Chiesa. Un decreto prefettizio l’obbliga d’ora in poi a cessare l’accoglienza dei soggetti citati durante la notte. «Sono un cristiano e perciò è mio dovere tendere la mano alle persone più povere», così si giustificava padre Riffard in un’intervista rilasciata a Le Figaro nel giugno 2014, quando fu sottoposto a processo su denuncia della procura di Lione per l’ospitalità accordata ai sans papiers in locali sprovvisti di sicurezza.

A partire dal 2012 il comune di Saint-Etienne s’interessa al caso della chiesa di Santa Chiara; una commissione comunale per la sicurezza si era pronunciata nel mese d’agosto contro quest’opera d’accoglienza, perché effettuata in locali vestusti e inadatti a un’attività di questo genere. Ma, sostenuto dal Vescovo, Monsignor Dominique Lebrun, il curato 71enne ha continuato come se niente fosse a organizzare l’ospitalità d’emergenza alle persone bisognose, incurante del decreto di chiusura dei locali adottato dal prefetto nel mese di febbraio 2013. Il Tribunale per questo gli ha comminato 12.000€ d’ammenda per non aver rispettato l’ordine del prefetto, prima che la Corte d’Appello di Lione, alla quale era stato presentato ricorso, non si dichiarasse incompetente a decidere.

Ma un nuovo episodio questo week end ha riaperto il contenzioso, tanto che padre Riffard ha annunciato nell’omelia domenicale il divieto d’accoglienza notturno nella Chiesa di Santa Chiara stabilito dal prefetto. Poiché la Chiesa non dispone di porte parafuoco, non è in regola con le norme di sicurezza e non può quindi divenire un ostello notturno. Il curato comunque continua a sostenere che si tratta di un pretesto e che questa sia la soluzione più idonea per aiutare i richiedenti asilo in questo contesto di pressione migratoria accresciuta. E ha aggiunto che la decisione di chiudere la Chiesa di notte era stata infine accettata dal Vescovo e dal Vicario generale dietro pressione del procuratore della repubblica e del prefetto. Il curato, che non condivide questa scelta, continuerà a impegnarsi sempre più per l’accoglienza diurna.

La vicenda del parrocco di Santa Chiara avviene in un momento di forte tensione per la redistribuzione dei migranti presenti nel nord, nella cosiddetta ‘Giungla” di Calais: quasi 10mila persone della baraccopoli sulla Manica devono essere mandate in centri di accoglienza sparsi per il paese, provocando la rivolta di sindaci e abitanti. Nei giorni scorsi colpi d’arma da fuoco sono stati sparati in due future strutture di accoglienza a Saint-Brevin-l’Océan, nel dipartimento di Loire-Atlantique, e a Saint-Hilaire-du-Rosier, nel dipartimento dell’Isère. Secondo un sondaggio Bfm-Tv il 57% dei francesi è contrario alla possibilità che la Francia possa accogliere una parte dei rifugiati e dei migranti provenienti da altri Paesi Ue.

I prefetti e il governo francese si comportano quindi molto diversamente dal governo italiano, e conseguentemente dai prefetti italiani, obbligati da Renzi e Alfano a organizzare una difficile e faticosa opera d’accoglienza spesso contro la volontà dei sindaci e della popolazione, che prima o poi – perpetuandosi quest’invasione – ricorrerà alle barricate.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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