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Banche salvate: rimborsi per 28 milioni di euro già effettuati a circa 2.300 risparmiatori

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ROMA – I rimborsi ai risparmiatori delle 4 banche vanno avanti a pieno regime, con qualche ritardo dovuto al boom di richieste delle ultime settimane, e toccano ormai i 28 milioni di euro liquidati per circa 2.300 pratiche. Oltre un terzo di quelle ricevute e messe in lavorazione finora (oltre 7mila), che si moltiplicano rispetto al numero massimo di domande attese inizialmente, circa 6.500.

A far crescere il numero di pratiche da trattare da parte del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi che sta gestendo i rimborsi i casi sempre più numerosi di cointestazioni e acquisti multipli che, spiega il vicedirettore generale del Fidt Salvatore Paterna, «hanno preso una consistenza inattesa, e per esigenze amministrative e di calcolo devono essere trattate separatamente». Anche se il fondo sta cercando di rispettare i tempi, quindi, è sempre più difficile rispondere entro i 60 giorni indicati dalla legge, tanto che il Fondo ha chiesto anche un intervento del Tesoro per raddoppiare i tempi.

Il Fondo finora ha lavorato 7.670 istanze inoltrate dai risparmiatori delle vecchie Banca Marche, Banca Etruria, Carife e Carichieti, con poco meno di 400 sospensioni o interruzioni per integrare la documentazione e circa una ottantina di  istanze rigettate per mancanza dei requisiti. Da metà settembre ad oggi sono state liquidate oltre 2.300 pratiche per un totale di indennizzi già erogati di 26 milioni 868 mila euro.

Si tratta sempre di bonifici di entità ridotta, visto che i rimborsi inferiori ai 10mila euro si attestano al 62,7%, che salgono all’83% considerando anche quelli tra i 10mila e i 20mila euro.

I grandi investitori, infatti, starebbero aspettando l’emanazione delle regole per l’arbitrato, che ancora non sono effettive. Il governo, infatti, ha dato l’ok al dpcm che istituisce le camere arbitrali qualche settimana fa ma il testo, per diventare operativo, deve prima passare dal Parlamento per il parere. Mentre il decreto del Tesoro che detta le regole dell’arbitrato deve ancora ricevere l’ok del Consiglio di Stato. Difficile che i due provvedimenti possano vedere la luce entro la fine dell’anno, vista anche la sopraggiunta crisi di governo.

Nel frattempo i risparmiatori che rispondono ai requisiti (massimo 35mila euro di reddito o 100mila di investimento in bond subordinati) potranno fare richiesta entro il 3 di gennaio ma non è escluso che questo termine possa essere prorogato.

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