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Assemblea pd: Renzi, niente congresso, al voto prima possibile col Mattarellum

ROMA – Niente congresso Pd, per ora, la conta si farà secondo i tempi dello statuto, ma il partito non starà con le mani in mano, non accetterà una “melina” sulla legge elettorale e fin d’ora chiede agli altri partiti di confrontarsi con una proposta molto concreta: il ritorno al Mattarellum. Con un sottotesto: si torni a votare il prima possibile, perché il Pd può ripartire dai 13 milioni che hanno votato sì a dicembre. Matteo Renzi sveste i panni del rottamatore, evita strappi e rese dei conti – senza rinunciare a tirare un paio di bordate ai sostenitori del no in casa Pd – e gioca un’assemblea molto politica per provare a ripartire dopo la sconfitta del 4 dicembre. Il leader Pd non chiede per ora primarie per la scelta del candidato premier, non mette scadenze al governo Gentiloni (ma lascia a Graziano Delrio il compito di ricordare che prima si vota e meglio è) ma non lascia nemmeno la segreteria. Quanto al referendum: «Abbiamo perso, straperso, ho perso il referendum», ha detto iniziando la sua relazione all’assemblea.

Il Pd deve ripartire dai contenuti dopo la sconfitta al referendum: Matteo Renzi analizza la vittoria del No e chiede alle forze politiche di lavorare assieme sulla nuova legge elettorale proponendo il Mattarellum. «Alle altre forze politiche – ha detto Renzi all’assemblea nazionale del Pd – chiediamo di non fare melina sulla legge elettorale. Vi propongo di andare a guardare le carte sull’unica proposta che ha la possibilità in tempo breve, che ha visto vincere centrosinistra e centrodestra, ha visto vincere l’Ulivo di Prodi e porta il nome di Mattarella. Andiamo a vedere, il Pd c’è». «Faremo il congresso nei tempi, non come resa dei conti», ha detto il segretario ed ex premier all’assemblea del Pd. «Stiamo andando al voto ma non sappiamo quando».

La minoranza bersaniana del Pd ha deciso di non partecipare al voto sulla relazione di Matteo Renzi in assemblea, perché votare No avrebbe voluto dire bocciare anche la proposta del Mattarellum, contenuta nell’intervento di Renzi. Dunque, la decisione di non votare nasce dalla scelta di non dire No in blocco alla proposta del segretario, Mattarellum incluso. Quanto ai cuperliani, invece, la scelta di non votare, spiegano, è un segnale di apertura e apprezzamento dei toni di autocritica di Renzi. Ma anche Sinistra Dem non condivide in toto la scelta del segretario e chiede un’analisi più profonda e il congresso prima delle elezioni.

 


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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