Terremoto e nevicate: l’emergenza ha messo in luce il disastro delle riforme renziane, senza mezzi province e Forestale

In margine alle polemiche, in parte ingenerose, sui ritardi dei soccorsi per la tragedia di Rigopiano è emersa una verità che getta ombre fosche sul governo Renzi, quello che ha disposto il trasferimento della Forestale nell’Arma dei Carabinieri senza mettere a punto i necessari decreti attuativi. Poiché i Forestali hanno cambiato status, da civili a militari, anche per svolgere determinati compiti operativi era necessario un intervento regolamentare che li autorizzasse a tanto. E in più l’Unione province d’Italia ha ricordato giustamente che le risorse per gli interventi d’emergenza sono state completamente tagliate, approfittandone furbescamente però per chiedere risorse aggiuntive al premier Gentiloni quando il disastro è già compiuto.
Ne parliamo prendendo spunto dalla tragedia abruzzese perché anche gli elicotteri della Forestale per ora non volano più e dal 1 gennaio sono chiusi negli hangar. Sono macchine volanti che, in dotazione anche a Rieti, avrebbero fatto un dannato comodo per contribuire alle operazioni di soccorso, non solo per Rigopiano, ma anche per gli interventi nelle tante altre zone isolate nella regione.
Il bello è che i mezzi non sono operativi non per cattiva volontà dei comandi o tanto meno degli equipaggi, ma per ignavia di questo, ma soprattutto del precedente governo, perché nessuno si è curato da mandare avanti i decreti attuativi della riforma Madia. Che ha già disposto il passaggio di uomini e mezzi dell’ex Forestale un po’ ai Carabinieri e un po’ ai Vigili del fuoco. E neppure si è pensato di approvare una proroga per una riforma molto complessa che consentisse alla Forestale nel frattempo di svolgere autonomamente funzioni fondamentali per la tutela ambientale.
Il passaggio dal «mondo» civile a quello militare impone interventi ad esempio sui sistemi tecnici e di comunicazione, che necessitano di lavorazioni specializzate e costose. L’agenzia Agenparl stima oltre 2,4 milioni di euro di costi extra solo per l’adeguamento tecnico.
Ma occorrono anche interventi per il personale, che una volta «spacchettato» deve apprendere le «Pos», le procedure operative standard dei nuovi corpi di appartenenza, carabinieri e vigili del fuoco. Un addestramento che non è mai cominciato nonostante la riforma sia entrata in dirittura d’arrivo la scorsa estate con i proclami di Renzi. Nulla di insormontabile o imprevisto. E dire che mezzi e uomini fino a tre settimane fa volavano e intervenivano secondo le proprie competenze, ormai tramontate.
Al Messaggero, uno dei giornali più attenti ai problemi dei forestali, un esponente del Corpo ha confidato: «La Forestale aveva il vantaggio di essere un corpo piccolo, poliedrico, con una catena di comando corta, perciò potevamo intervenire rapidamente in più contesti, oggi siamo tutti in un limbo. Il governo o conclude la riforma attuandola o deve prorogare il passaggio di almeno 6 mesi». Qualcuno spera ancora: «Se nei prossimi giorni vedrete volare un elicottero verde e bianco, sarà perché qualche singolo comandante si è assunto la responsabilità del decollo».
Ma non solo la Forestale, anche le province lamentano di essere rimaste in mezzo al guado, travolte dall’incompiuta legge Delrio, e impossibilitate, senza mezzi economici e personale adeguato, ad affrontare l’emergenza neve nelle zone del centro Italia così gravemente colpite. Adesso bussano a quattrini, cercando chiudere la stalla quando i buoi ormai sono scappati, ma soprattutto di acquisire nuove risorse da utilizzare per questi interventi.
Questa è la situazione d’incertezza e confusione normativa e operativa alla quale ci hanno condotto le rovinose riforme renziane; in questi campi l’ex premier si è dimostrato un vero rottamatore, distruggendo senza, per ora, avviare alcuna effettiva ricostruzione.
