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Pubblico impiego: contratto, testo unico e assenze del personale, si prospetta un febbraio di fuoco

ROMA – Entra nel vivo la discussione tra governo e sindacati sulla possibilità di concedere maggiore spazio alla contrattazione nel pubblico impiego. I sindacati spingono affinché tutto ciò che concerne il rapporto di lavoro, anche le assenze per malattia e l’assenteismo più in generale, sia trattato nei contratti. D’avviso opposto, invece, il Governo.

Per questo, Cgil Cisl e Uil si appellano all’accordo firmato il 30 novembre con il ministro per la Pa Marianna Madia in cui il governo, è scritto a chiare lettere, «si impegna alla definizione di un intervento legislativo volto a promuovere il riequilibrio, a favore della contrattazione, del rapporto tra le fonti che disciplinano il rapporto di lavoro per i dipendenti di tutti i settori, aree e comparti di contrattazione, per una ripartizione efficace ed equa delle materie di competenza e degli ambiti di azione della legge e del contratto». Occorre ricordare però che quell’accordo fu concluso in fretta e furia per la smania di Renzi di definire ogni vertenza prima del referendum costituzionale, che poi però per lui (ma non per l’Italia) ha avuto esiti esiziali. Per cui le intenzioni del nuovo governo in materia adesso potrebbero essere cambiate.

Nelle more dell’intesa il governo comunque si era impegnato a privilegiare la fonte contrattuale quale luogo naturale per la disciplina del rapporto di lavoro, dei diritti e delle garanzie dei lavoratori, nonché degli aspetti organizzativi a questi direttamente pertinenti.

Peraltro le indiscrezioni sulla bozza del testo unico, che stanno uscendo in questi giorni, sembrerebbero indicare tutt’altra direzione. I sindacati riferiscono di non aver ricevuto alcuna bozza e attendono una convocazione prima che il decreto arrivi in Consiglio dei Ministri. I tempi sono stretti, la deadline per l’approvazione è febbraio, altrimenti scade la delega. Altro punto, collegato alla discussione sulle materie da affidare alla contrattazione, è la natura stessa del testo unico: una raccolta di linee guida su cui si innestano i contratti nei quali si scrivono i contenuti oppure un insieme di norme non derogabili che tende a limitare gli spazi alla contrattazione. Questa seconda sembrerebbe l’intenzione del governo.

Altro punto cruciale della discussione che si aprirà fra sindacati e governo è quello della lotta ai furbetti delle assenze. I sindacati sono ovviamente d’accordo sulla linea di principio. La Uil comunque mette in guardia da meccanismi che puniscano indistintamente i dipendenti pubblici. Il segretario confederale, Antonio Foccillo, commentando in una nota indiscrezioni di stampa, si dice contrario a meccanismi di penalizzazione sul salario di produttività collettiva nel caso di aumento del tasso di assenteismo. Se, aggiunge, tale meccanismo fosse inserito nel decreto in arrivo a metà febbraio non potremmo considerarci un Paese civile. Non è possibile, infatti, che se è uno a sbagliare, poi siano puniti tutti gli altri.

Il sindacalista chiarisce: «noi non vogliamo difendere chi sbaglia, ma non possiamo accettare che si colpiscano tutti. Nel pubblico ci sono tantissimi dipendenti che fanno funzionare gli uffici ogni giorno. Ecco perché bisogna aprire formalmente la discussione».

Si prospetta dunque un febbraio di fuoco per il pubblico impiego. Vedremo gli sviluppi.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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