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Giochi: per imposte nel 2016 l’erario ha incassato 10 miliardi di euro. 2 in più che nel 2015

Una sala giochi con le slot machine

ROMA – Per effetto delle misure introdotte dalla legge di stabilità 2016, il flusso di imposte derivante dal settore giochi nel 2016 ha superato i 10 miliardi di euro, a fronte degli 8 miliardi realizzati nel 2015. È il dato fornito dal ministero dell’Economia in Commissione Finanze della Camera. L’incremento delle entrate, ha precisato il viceministro all’Economia, Luigi Casero, rispondendo a un’interrogazione di Federico Ginato (Pd), «è spiegato in larga parte dalla accresciuta incidenza della tassazione sul gioco degli apparecchi da divertimento (AWP e VLT, comunemente indicate come slot machine), previsto dalla legge di stabilità 2016».

Quest’anno invece per il settore dei giochi «alcuni elementi inducono a ritenere probabile una contrazione del gettito, ad oggi di difficile quantificazione», ha affermato ancora Casero, ricordando che la legge di Stabilità 2016, «anche per evitare effetti pregiudizievoli per il Bilancio dello Stato» dalle nuove norme, prevedeva un’intesa in sede di Conferenza unificata sulle caratteristiche dei punti vendita. «A tutt’oggi l’intesa non è stata raggiunta, mentre gli enti locali hanno continuato a legiferare in modo sempre più restrittivo – ha precisato il viceministro -. È difficile stimare l’entità della riduzione del gettito connessa alla eventuale completa applicazione delle misure restrittive indicate; non è facile, peraltro, immaginare in che misura gli effetti negativi potranno essere compensati dalla parziale ridislocazione degli esercizi. È certo però – ha sottolineato Casero – che l’osservazione di distanze dai cosiddetti luoghi sensibili paragonabili a quelle previste dalle nuove norme inciderebbe su quote molto rilevanti dell’attuale offerta di gioco».

«Nel 2017 – sempre secondo il ministero dell’Economia – c’è da attendersi una contrazione delle entrate erariali derivanti dai giochi a causa delle molte delibere degli enti locali che diventeranno operative nel corso dell’anno e comporteranno presumibilmente un forte ridimensionamento dell’offerta di gioco legale. Regioni come il Piemonte o comuni come quello di Genova, ad esempio, a partire dal 2 maggio 2017 consentiranno l’esercizio di sale e punti gioco solo a una distanza di oltre 300 metri da un ampio numero di luoghi individuati come sensibili come scuole, ospedali, bancomat e compro-oro, istituti di cura, stabilimenti balneari e addirittura cimiteri. Altri comuni, come quello di Napoli e quello di Firenze, hanno invece introdotto forti limitazioni orarie all’apertura dei punti vendita del gioco, e iniziative analoghe sono state intraprese da comuni della Lombardia come Milano e Bergamo».

«È difficile stimare – afferma ancora via XX settembre nella risposta all’interrogazione – l’entità della riduzione del gettito connessa alla eventuale completa applicazione delle misure restrittive indicate; non è facile, tra l’altro, immaginare in che misura gli effetti negativi potranno essere compensati dalla parziale ridislocazione degli esercizi. È certo, però, che l’osservazione di distanze dai cosiddetti luoghi sensibili paragonabili a quelle introdotte dalle disposizioni citate inciderebbe su quote molto rilevanti dell’attuale offerta di gioco. In tale ottica, sembra di dover segnalare anche il rischio in prospettiva di un riespandersi del gioco illegale».

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