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Varsavia: I paesi dell’est rifiutano i ricollocamenti dei migranti. In Ungheria si arrestano i clandestini

VARSAVIA – L’Ungheria del popolare premier nazionalconservatore Viktort Orbán,  la premier polacca Beata Szydlo, i capi di governo céco Bohuslav Sobotka e slovacco Robert Fico hanno espresso il disaccordo piú fermo contro l’idea di legare e far dipendere la distribuzione dei fondi europei all’adesione alla politica europea comune verso i migranti, la quale comprende la ripartizione di quote di migranti da accogliere. Ad appena 24 ore dai sorrisi e dalla firma del nuovo accordo per il 60° anniversario dai trattati di Roma l’Unione sembra andare nuovamente in frantumi a causa dei contrasti per le politiche migratorie. In Ungheria intanto, proprio per contrastare l’immigrazione, è entrata in vigore la legge che impone per tutti i profughi e migranti clandestini l’arresto immediato e il loro internamento in campi di raccolta costruiti presso il confine con la Serbia.

Proprio per questo i paesi del gruppo Visegrad dicono No al ricatto dell’ Ue che lega la politica migratoria a quella finanziaria riducendo gli aiuti a chi non accoglie i profughi. I capi di governo di Polonia, Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia, si sono riuniti oggi a Varsavia per un mini-vertice sui migranti e sulla Brexit.  Brexit non metta a rischio nostri interessi – Vogliamo che la Brexit avvenga in modo ordinato e senza mettere a rischio gli interessi della Polonia e di altri Paesi membri. Lo ha detto la premier polacca, Beata Szydło, a Varsavia, al termine del vertice dei Paesi del Gruppo Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia) convocato alla vigilia dell’apertura dei negoziati della Brexit. Alla Gran Bretagna – ha aggiunto – non si possono offrire condizioni commerciali migliori rispetto a quelle di cui godono gli altri Paesi Ue, ha aggiunto il premier slovacco Robert Fico.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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