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Papa Francesco: invita i cattolici a tornare nella grande politica

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ROMA – Significativo discorso di Papa Francesco agli oltre 100mila membri dell’Azione Cattolica in occasione dei 150 anni di vita dell’associazione, ma in sostanza a tutti i cattolici. Parlando in buona parte a braccio il Pontefice ha invitato i credenti a partecipare di più alla vita delle parrocchie e delle diocesi, per tornare ad essere protagonisti della politica, della grande politica, quella con la P maiuscola. Senza con ciò voler formulare un espresso invito a formare un partito cattolico. Ed è significativo che queste affermazioni, molto decise e accompagnate da riflessioni improvvisate sul momento da Bergoglio rispetto al testo ufficiale, siano state pronunciate proprio in concomitanza con le primarie Pd volute da Renzi.

Da Francesco è partito l’invito «a portare avanti la vostra esperienza apostolica radicati in parrocchia, che non è una struttura caduca, perché è presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione. È lo spazio in cui le persone possono sentirsi accolte così come sono, e possono essere accompagnate attraverso percorsi di maturazione umana e spirituale a crescere nella fede e nell’amore per il creato e per i fratelli. Questo è vero però solo se la parrocchia non si chiude in sé stessa, se anche l’Azione Cattolica che vive in parrocchia non si chiude in sé stessa, ma aiuta la parrocchia perché rimanga in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una struttura prolissa separata dalla gente o un gruppo di eletti che guardano a se stessi».

«Ogni vostra iniziativa, ogni proposta, ogni cammino – ha chiesto poi il Papa all’Azione Cattolica – sia esperienza missionaria, destinata all’evangelizzazione, non all’autoconservazione. Il vostro appartenere alla diocesi e alla parrocchia si incarni lungo le strade delle città, dei quartieri e dei paesi. Come è accaduto in questi centocinquanta anni, sentite forte dentro di voi la responsabilità di gettare il seme buono del Vangelo nella vita del mondo, attraverso il servizio della carità, l’impegno politico. Mettetevi in politica ma, per favore, nella politica con la P maiuscola. Attraverso la passione educativa e la partecipazione al confronto culturale. Allargate il vostro cuore per allargare il cuore delle vostre parrocchie. Siate viandanti della fede, per incontrare tutti, accogliere tutti, ascoltare tutti, abbracciare tutti. Ogni vita è vita amata dal Signore, ogni volto ci mostra il volto di Cristo, specialmente quello del povero, di chi è ferito dalla vita e di chi si sente abbandonato, di chi fugge dalla morte e cerca riparo tra le nostre case, nelle nostre città. Nessuno può sentirsi esonerato dalla preoccupazione per i poveri e per la giustizia sociale. Rimanete aperti alla realtà che vi circonda. Cercate senza timore il dialogo con chi vive accanto a voi, con chi la pensa diversamente ma come voi desidera la pace, la giustizia, la fraternità. È nel dialogo che si può progettare un futuro condiviso. È attraverso il dialogo che costruiamo la pace, prendendoci cura di tutti e dialogando con tutti.»

Vedremo se i cattolici, attraverso le diocesi e le parrocchie, seguiranno l’invito forte del Pontefice. Una volta la classe dirigente nasceva proprio nelle parrocchie (Dc) e nelle case del popolo (Pci), dove sono nate quelle generazioni di politici che hanno garantito lo sviluppo, la pace e il benessere al popolo italiano a partire dall’immediato dopoguerra. Adesso la situazione è diventata più confusa, ci si improvvisa ministri o parlamentari, consiglieri comunali e regionali da un giorno all’altro e si diventa, soprattutto nell’ambito di un partito, politici di professione, non avendo nessuna alternativa alla greppia della partitocrazia. Una situazione che, prima o poi, finiremo col pagare cara.

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