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Fiorentina che strazio: battuta (4-1) a Napoli. Figuraccia. Sousa sbaglia tutto. Pagelle

Tomovic in gran difficoltà con Insigne

NAPOLI – Che strazio, povera Fiorentina! Massacrata a Napoli, così come lo era stata all’Olimpico con la Roma e con la Lazio e perfino a Milano contro le squinternate Inter e Milan. Un quattro a uno che ci sta tutto. E poteva anche andare peggio se gli attaccanti del Napoli, arrivati davanti a Tatarusanu con disarmante facilità, fossero stati più precisi. La quaterna, comunque, è un risultato pesantissimo, praticamente inevitabile per due motivi. Primo: la formazione rinunciataria mandata in campo da Paulo Sousa, con Bernardeschi non a fare il trequartista, ma a sacrificarsi inutilmente sulla fascia. Secondo: i cambi dell’allenatore nel secondo tempo, sul due a zero, sono stati ancora più nefasti: perché ha mandato dentro Babacar per stare accanto a Kalinic e Tello che è del tutto incapace di essere utile in fase di copertura. Così, una difesa già in balìa dell’onde, ha finito per squilibrarsi del tutto. Si sperava in un sussulto d’orgoglio e magari nella voglia di onorare la maglia. Ma a Paulo Sousa e ai giocatori in partenza, alla fine di una stagione sconcertante, interessava davvero salvare l’onore della maglia? La quaterna rimediata contro il Napoli è l’ennesimo schiaffo a una città innamorata e a una tifoseria appassionata come poche. No, cari signori Della Valle, con tutto il rispetto che vi ho sempre portato, dico che dovete reagire, prendere in mano la situazione e pensare a un’altra Fiorentina. Che faccia dimenticare questa: inguardabile, imbarazzante, capace di farci arrossire. Lasciamo perdere il sesto posto, lasciamo perdere tutto quello che poteva essere e non è stato e cerchiamo di correre ai ripari. L’anno prossimo ci sarebbe la ghiotta occasione di puntare al quarto posto per andare in Champions, ma come si fa, stasera, ad avere illusioni di squadra non dico grande, ma almeno dignitosa? Sousa doveva essere esonerato dopo la partita con il Borussia, l’ho detto e scritto cento volte. E’ stato tenuto, per un’estenuante veglia funebre culminata con la quaterna napoletana. Speriamo di chiudere dignitosamente, domenica sera, 28 maggio, con il Pescara. E stendiamo un velo su questa stagione.

Koulibaly festeggiato dopo il primo gol alla Fiorentina

SOUSA – Oltre cinquantamila napoletani affollano il San Paolo, un po’ delusi per la larga vittoria della Roma a Verona con il Chievo. Duecento, a occhio, i tifosi della Fiorentina scesi fin qui per crederci ancora, anche se Paulo Sousa, ancora una volta, fa il distaccato. E lascia fuori Chiesa: chissà perché? Bernardeschi schierato in una strana posizione: più esterno che trequartista. Insomma, il quarto di centrocampo. Ma qual è la strategia dell’allenatore? Così non hai l’estro di Berna davanti e puoi contare poco su di lui come esterno, ruolo non suo, dove venne inutilmente sacrificato l’anno scorso. Ovvio che il Napoli stringa subito d’assedio la difesa viola. Infatti passano otto minuti e va in vantaggio. Tira Insigne, Tatarusanu respinge in tuffo, arriva Koulibaly a fari spenti (ma poteva anche tenerli accesi, tanto non lo controllava nessuno) e la mette dentro. Napoli scatenato. Oddio, se le premesse sono queste il rischio di una mattanza è forte. Paulo Sousa si alza dalla panchina, toh chi si rivede. I suoi strali sono per Bernardeschi, costretto a sacrificarsi per aiutare uno spaesato Tomovic. Il Napoli sembra imprendibile. Al 17’ la difesa della Fiorentina si allarga regalando una grande occasione a Mertens: per fortuna Tatarusanu esce bene, gli cbhiude lo specchio della porta e l’attaccante la manda clamorosamente sull’esterno.

Colpo di testa di Hamsik in mezzo ai difensori viola

CRISTOFORO – Il Napoli sembra una bomba ben congegnata: può esplodere in gol in qualsiasi momento. La Fiorentina è pressata e scombussolata. Difficile pungere, anche perché l’uomo offensivo in fascia sinistra è Maxi Olivera: che secondo Sousa dovrebbe difendere e attaccare. Cioè cantare e portare la croce: proprio lui che, calcisticamente, non ha voce, né vocazione al sacrificio. Una volta c’era Alonso in quel ruolo: forse Sousa è rimasto indietro. Eppoi basta pochissimo per rivedere gli azzurri sfiorare il gol: accade al 25’, con Mertens, ancora lui, che colpisce il palo. Completamente libero. Chi doveva controllarlo? Gonzalo sembra su un altro pianeta, quasi un turista, De Maio è inadatto a controllare giocatori così rapidi e dal guizzo improvviso. L’attacco della Fiorentina sembra desaparecido. Improvvisamente (29’) Kalinic dialoga con Ilicic che spunta da destra e lascia partire un bel diagonale sul quale Reina deve intervenire con la punta delle dita per deviarlo in angolo. Ma se invece dello balestrato Cristoforo ci fosse stato Chiesa, la Fiorentina non ne avrebbe tratto maggiore giovamento? Paulo Sousa, ma dai… Al 32’ altro brivido: Tomovic perde un pallaone da urlo, scatta Insigne che lascia partire una sventola da 27-28 metri che finisce a mezzo metro dal palo sinistro di Tata. Le ripartenze viola? Affidate a Olivera: che calcia avanti, alla spera in Dio. Ma non c’è molto da sperare se Cristoforo si perde l’avversario: Mertens, imbecca Insigne, Tomovic non si sa dove sia e lo svelto attaccante azzurro avanza da solo infilando Tata per l’inesorabile due a zero. E’ il 36’. Ahi, ahi.

ILICIC – E’ una Fiorentina imbarazzante. Come si fa ad essere così ingenui e scombinati a una giornata dalla fine del campionato? Come si fa a scendere a Napoli con poche idee e tutte confuse. La posizione di Berna grida vendetta. Maxi Olivera, con i suoi limiti, fa anche troppo. La difesa sembra una galleria dove hanno buttato giù l’ultimo diaframma: passa di tutto. In avvio di ripresa, Bernardeschi riesce ad essere pericoloso anche dalla sua strana posizione. Reina para. Sale un po’ la Fiorentina, ma Ilicic e Kalinic non trovano la porta. Quindi Sousa fa la mossa coraggiosa: dentro Tello e Babacar, fuori Maxi Olivera e Cristoforo. Difesa a tre, ma chi cercherà di fare barriera a metà campo? E infatti passano pochi minuti e il Napoli trova il terzo gol. Angolo di Callejon, pallone che spiove nell’area piccola, Tata esce a vuoto con i pugni e Mertens la mette dentro . E’ il 12’. Tre a zero. Il Napoli sembra appagato. La Fiorentina ci prova e trova il gol. Al 15’ spunto di Tello sulla sinistra, Ilicic ci mette il piede sinistro e infila Reina all’angolino. Troppo tardi? Bernardeschi (17’) fa tremare i difensori con un tiro violento che va di pochissimo fuori. Ma è fuoco di paglia: quando il Napoli affonda non c’è niente da fare. Il quarto gol arriva presto. Mertrensa fa il tunnel a Gonzalo, serve Hamsik che prova il destro, Tata respinge e Mertens segna il suo secondo gol. E’ il 19’. Povera Fiorentina! Poco dopo è Tatarusanu a salvare il quinto gol su Mertens. Ma ormai è una squadra sbilanciata, quella viola, e si espone a un punteggio che può diventare devastante. Sarri toglie Mertens, salutato da standing ovation. Giustissima. Ha fatto un gran campionato e non era semplice: doveva non far rimpiangere Higuain. Entra Pavoletti, finora sacrificato, ancora alla ricerca del suo primo gol in maglia napoletana. Paulo Sousa toglie Kalinic (30’) e manda in campo un giocatore che non è fra i suoi preferiti: Saponara. Babacar avrebbe la palla per segnare il secondo gol (38’) ma calcia male e Reina può deviare. Ma tanto non si rimedia più a nulla. Il fischio finale viene accolto come una liberazione dai duecento eroici tifosi viola scesi al San Paolo.

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Sandro Bennucci

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