Migranti, Italia: statistiche 2017 sugli sbarchi (73.380, +14,42%) e i ricollocamenti (7.282) in altri paesi Ue

ROMA – Nei primi sei mesi di quest”anno i migranti sbarcati sulle coste italiane sono il 14,42 per cento in più di quelli dello stesso periodo dello scorso anno. E’ quanto emerge dai dati del Ministero dell’Interno, che mostrano come dal primo gennaio al 27 giugno scorso i migranti sbarcati sono in tutto 73.380, contro i 64.133 del 2016.
Impressionante soprattutto l’analisi degli ultimi giorni: il 18 giugno sono sbarcati 1.342 migranti, il 19 giugno 2.584, il 20 giugno 495, il 21 giugno 511, il 22 giugno 53, il 23 giugno nessuno, il 24 giugno 189, il 25 giugno 667 e il 26 giugno 202: l’anno scorso non c”era stato invece nessun migrante sbarcato tra il 18 e il 21 giugno, quindi 70 il 22 giugno, 252 il 23 giugno, 2.691 il 24 giugno, 1.782 il 25 giugno e 3.278 il 26.
La comparazione mese per mese tra il 2017 e il 2016 vede a gennaio 4.458 unità contro le 5.273 dello scorso anno, a febbraio 8.981 contro 3.828, a marzo 10.853 contro 9.676, ad aprile 12.930 contro 9.149, a maggio 22.978 contro 19.957, a giugno 13.180 contro 22.339, poi a luglio dell’anno scorso 23.552, ad agosto 21.294, a settembre 16.975, in ottobre 27.384, a novembre 13.581, a dicembre 8.428.
La percentuale di distribuzione dei migranti nelle regioni italiane vede al primo posto la Lombardia con il 13%. Seguono Lazio e Campania con il 9%. Quindi Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna con l’8%. La Toscana, la Puglia e la Sicilia hanno il 7%. Più in basso la Calabria con il 4%, poi Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche e Sardegna con il 3%. Trentino Alto Adige, Umbria, Abruzzo, Molise hanno il 2%, la Basilicata l”1%. Chiude la classifica la Valle d’Aosta con lo 0,2%.
I porti più interessati dagli sbarchi quest”anno, sempre fino al 27 giugno, sono Augusta (con 12.288), Catania (8.830), Pozzallo (7.161), Reggio Calabria (5.606), Lampedusa (5.048), Palermo (4.938), Trapani (4.742), Vibo Valentia (4.657), Messina (3.479), Crotone (3.224), Salerno (2.896), Cagliari (2.734), Napoli (1.443), Taranto (1.419), Corigliano Calabro (1.197), Porto Empedocle (750), Brindisi (539) e Bari (248).
Sempre quest”anno, le nazionalità dichiarate al momento dello sbarco vedono al primo posto la Nigeria (con 11.988 migranti, pari al 16% del totale), quindi Bangladesh (7.459, il 10%), Guinea (7.040, il 10%), Costa d”Avorio (6.626, il 9%), Gambia (4.577, pari al 6%), Senegal (4.410, il 6%), Mali (4.068, il 6%), Marocco (3.734, il 5%), Sudan (3.297, il 4%), Eritrea (2.680, il 4%), mentre 17.501, pari al 24% del totale, hanno dichiarato altre nazionalità.
I dati sulle ricollocazioni in altri Paesi europei, vedono al 23 giugno 7.282 ricollocati, soprattutto in Germania (2.946), 471 richieste approvate in attesa di Transfer, 1.033 richieste inviate in attesa di approvazione da parte dello Stato membro individuato, 319 richieste già istruite in attesa di individuazione dello Stato membro e circa 800 potenziali ulteriori beneficiari della procedura. I minori stranieri non accompagnati sbarcati quest”anno, fino al 22 giugno, sono stati infine 9.323: nel corso di tutto il 2016 erano stati 25.846, 12.360 nel 2015, 13.026 nel 2014.
Intanto la marina libica continua ad accusare le navi ong di collusione con i trafficanti. «I trafficanti sanno che il viaggio dei migranti non dura che poche ore e che le navi delle ong usano in alcuni casi segnali luminosi notturni per indicare alle imbarcazioni dei trafficanti la direzione verso le navi di salvataggio», si sostiene in un comunicato pubblicato la notte scorsa dalla Guardia costiera e sicurezza portuale libica su Facebook. Si è notata un’intesa presenza di ong europee nella regione settentrionale di Sabratha, cosa che ha costituito una delle cause che hanno portato all’aumento del numero degli immigrati, premette il comunicato. Dopo aver denunciato l’uso delle segnalazioni luminose, la Guardia costiera libica ha sostenuto inoltre che le navi dei trafficanti sfruttano pertanto questa strategia per aumentare le probabilità di successo del proprio business, sapendo che le ong effettuano operazioni umanitarie di salvataggio in mare dei migranti.
Già in passato la Marina libica, da cui dipende la guardia costiera, aveva più volte accusato le ong di essere un fattore di stimolo del traffico dei migranti.
