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Usa: un rapporto critica l’Italia, non fa abbastanza contro la tratta di esseri umani

WASHINGTON – Non è esattamente lusinghiero il giudizio dell’amministrazione statunitense sull’Italia, quanto a sforzi contro la tratta di esseri umani. È stato appena rilasciato un Rapporto 2017, firmato dal neosegretario di Stato Rex Tillerson, che colloca l’Italia nella categoria 1, la migliore, ma non manca d’illustrare una sequenza di critiche. «L’azione del governo italiano per prevenire la tratta di esseri umani è costante, ma di portata limitata».

Si legge infatti che sulla base della legge contro la tratta (la 228 del 2000, che identifica la tratta di esseri umani in una moderna riduzione in schiavitù), la magistratura nel 2016 ha indagato su 102 casi contro i 65 del 2015 e i 44 del 2014. Nessuna persona, però, è stata «incriminata» nel 2016, contro le 17 del 2015 e le 16 del 2014. I tribunali di primo grado nel 2016 hanno condannato 9 trafficanti sulla base della legge contro la tratta, a fronte di 1 condanna nel 2015 e 11 nel 2014; le corti d’appello hanno condannato 23 imputati, contro 11 nel 2015 e altrettanti nel 2014.

Di contro, fonti del ministero dell’Interno fanno notare che il giudizio è forse troppo tranchant, in quanto non tiene conto di quanti siano gli scafisti che vengono regolarmente arrestati e condannati sulla base di altre leggi, quali il favoreggiamento alla immigrazione clandestina oppure lo sfruttamento della prostituzione minorile. Ultimo caso, ieri a Palermo: la IV sezione penale del Tribunale ha emesso due distinte sentenze nei confronti di tre trafficanti di esseri umani accusati dalla Procura di avere organizzato e gestito le traversate dalle coste africane verso la Sicilia. Nella prima, il tunisino Makki Hanshasfar è stato condannato a 8 anni di reclusione e al pagamento di una maxi multa da 19 milioni; nella seconda, gli egiziani Hassan Mamhud e Magdy Ahmed sono stati condannati a 7 anni e 6 mesi di reclusione, oltre al pagamento di una multa da 8,5 milioni di euro ciascuno.

All’Italia, il Rapporto chiede anche di «consentire ai richiedenti asilo di ottenere un impiego legale in attesa che la loro domanda venga esaminata», di aumentare i fondi a disposizione delle Ong che si occupano delle vittime, di semplificare le richieste di indennizzo per le vittime, «per incoraggiarle a denunciare i reati». «Alcuni esperti – si legge ancora – hanno denunciato che i centri di accoglienza sono troppo pochi, che non sono adeguati alle esigenze delle vittime della tratta di esseri umani e che i trafficanti riescono a infiltrarsi al loro interno per reclutare le vittime. Tali problemi persistono nelle aree di accoglienza dove migranti e rifugiati attendono un alloggio, e hanno contribuito a un incremento dei casi di tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale e lavorativo».

Mi sembra che l’America, ancora una volta, dimostri un’approssimativa conoscenza della realtà Italiana e che forse farebbe meglio a guardare al proprio interno e a verificare il trattamento che ai migranti viene riservato dall’amministrazione statunitense, non solo quella attuale, ma anche quelle passate. Su un aspetto, che non è stato citato, gli esperti usa avrebbero ragione. Considerate le denunce della Guardia costiera libica non si è fatto abbastanza per frenare le incursioni delle navi delle Ong, alcune delle quali sono sospettate di essere in contatto con i trafficanti di esseri umani.

 


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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