Firenze, Fondazione Museo Zeffirelli: lunedì 31 luglio taglio del nastro. Patrimonio di una vita

FIRENZE – «Qui ci sono 70 anni di tesori, raccolti e realizzati in 70 anni di vita artistica», ha detto Pippo, figlio adottivo del Maestro. Ossia il factotum, orgoglioso di presentare il museo della Fondazione Franco Zeffirelli, nel vecchio tribunale di piazza San Firenze, che lunedì 31 luglio sarà inaugurato ufficialmente. Anche se l’apertura al pubblico avverrà a settembre. Ci sono bozzetti, costumi (compresi quelli di Maria Callas), dipinti di messe in scena, fotografie con grandi attori, modellini e persino il filmato di un grande progetto mai arrivato a compimento, la trasposizione cinematografica della Divina Commedia. Un patrimonio che ha rischiato di finire lontano da Firenze: New York, Mosca, Parigi. E, più verosimilmente, a Londra o a Roma.

Insisto su questo pericolo perché ne ha solo accennato il sindaco, Dario Nardella, coprendo il rischio che Firenze potesse perdere le memorie artistiche del più illustre fiorentino contemporaneo con l’enfasi da presentazione. Invece posso assicurare ai lettori che la stessa regina d’Inghilterra avrebbe voluto portare la Fondazione Zeffirelli oltre manica. Rivendico personalmente di aver condotto battaglie, su La Nazione (eppoi su Firenze Post), per convincere Palazzo Vecchio a non trattare il Maestro come lo stesso Padre Dante o altri cittadini di gran genio. Finalmente il museo è realtà. Ma non credo possa bastare a Zeffirelli. Lui vuole che sia aperta anche la scuola delle arti dello spettacolo, per la quale, fino a poco tempo fa, era stata indicata come grande insegnante Caterina Cecchi D’Amico, figlia di Suso Cecchi D’Amico, grande amica di Zeffirelli. E’ stato detto che l’attività didattica comincerà nei prossimi mesi. Forse a novembre. Speriamo. Mi pare che tutto sia ancora molto indietro. Alla presentazione di oggi, 25 luglio, c’era anche Franco Nero. Avrà un ruolo? Intanto, mi auguro che lunedì 31 luglio possa essere a Firenze lo stesso Zeffirelli. Mi disse che ci teneva tanto: e non certo per il solo piacere di tagliare il nastro.
