Vitalizi: la legge Richetti è incostituzionale, lo dice il prof. Cazzola, esperto previdenziale
ROMA – Mentre in parlamento di discute, si dibatte e si litiga sulla legge Richetti, che abolisce i vitalizi, un giudizio inequivocabile e pesantissimo viene dal prof. Giuliano Cazzola, esperto previdenziale ed ex deputato Pdl, membro della commissione parlamentare sui vitalizi che portò alla loro abolizione nel 2012
«A mio giudizio la legge Richetti è scritta da dilettanti, punisce la rappresentanza parlamentare che si sta facendo umiliare come se dovesse scontare delle colpe verso i cittadini ed è incostituzionale. Un intervento retroattivo – ammesso che sia giuridicamente valido – non può valere solo per una categoria. Ma poi la legge presenta gravi lacune tecniche. Gli italiani hanno sentito parlare del metodo contributivo di calcolo delle pensioni dal 1996. Perché per i parlamentari la retroattività deve spingersi anche prima di questo periodo? I sanfedisti del vitalizio come Richetti e soci secondo me hanno sbagliato a presentare un disegno di legge che, ammesso e non concesso sia approvato entro il termine della legislatura, finirà in una bolla di sapone. Una decisione dell’Ufficio di Presidenza delle Camere, invece, sarebbe potuta rientrare nell’ambito dell’autodichia, ovvero dell’autonomia di un organo costituzionale, sul quale forse la Corte Costituzionale non può pronunciarsi. I vitalizi sono già stati aboliti, sia pure con il criterio del pro rata (ovvero per il periodo successivo all’entrata in vigore della nuova disciplina). Questo principio è stato il cardine di ogni riforma delle pensioni. Quando la Consulta getterà nell’immondizia la legge Richetti, l’opinione pubblica se ne farà una ragione».
