Previdenza: il riscatto della laurea esiste già dal 2008, a carico dei genitori

ROMA – Mentre il bocconiano presidente Inps Tito Boeri si lambicca il cervello (inutilmente visti gli scarsi risultati) per agevolare i giovani, a suo dire sfavoriti dal sistema previdenziale, si scopre che una delle trovate tirate fuori dal cilindro per favorire solo i millennials, il riscatto della laurea, esiste già da tempo, anche se a carico delle famiglie. Infatti sulle cronache quotidiane uno dei temi più discussi delle ultime settimane, che si è trasformato in una vera e propria battaglia social con la creazione addirittura del Coordinamento Nazionale #RiscattaLaurea, è quello del riscatto della laurea gratis per i giovani. L’obiettivo è estendere alla totalità dei laureati l’ipotesi, ribadita di recente dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, di riscatto gratuito per i nati tra il 1980 e il 2000.
Ma come al solito questi presunti esperti previdenziali si sono dimenticati di verificare tutte le confuse e approssimative norme in materia, visto che la possibilità di un riscatto low cost degli anni della laurea a fini pensionistici esiste già. Si tratta di una soluzione, introdotta nel 2008, grazie alla quale è possibile ottenere un riscatto, per di più pagato dai genitori e non da chi ha appena cominciato a lavorare. Quattro anni costano 20mila euro, a pagare sono i genitori che poi scaricano dalle tasse i contributi versati. Un pratico esempio di solidarietà generazionale della quale Boeri va cianciando da tempo senza cavare un ragno dal buco. Se invece di inventarsi astruse teorie per penalizzare quelli che lui considera pensionati ricchi facesse applicare le norme già esistenti svolgerebbe più correttamente il suo compito di amministratore, non di politico quale pretenderebbe di essere, senza alcuna investitura popolare. Considerato soprattutto il fatto che il sistema in questione dipende proprio dall’Inps, l’Istituto da lui diretto, del quale evidentemente non conosce tutti i meccanismi. Bella figura, meritevole di un licenziamento in tronco!
COME FUNZIONA – Per poter fare domanda all’Inps, occorre essere laureati ed è necessario, inoltre, non aver ancora iniziato un’attività lavorativa. Considerato che l’interessato è un neolaureato che non ha iniziato a lavorare, non c’è uno stipendio sul quale calcolare il riscatto. L’Inps utilizza dunque il cosiddetto reddito minimale, fissato per legge a 15.548 euro. In questo caso, riscattare 4 anni di laurea viene a costare 20.500 euro, una cifra ragionevole, alla portata delle famiglie di molti studenti, visto che il pagamento può essere dilazionato in lunghissime rate.
La somma infatti può essere pagata in 10 anni senza interessi, con rate da 170 euro al mese. E, sempre dal momento che il neolaureato non lavora, a versare i contributi possono essere la madre o il padre. I genitori possono scaricare dalle tasse i contributi versati nella misura del 19% dell’importo, recuperando così nel tempo fino a 3.900 euro. A quel punto il costo reale è di 16.600 euro.
Queste sono le informazioni che dovrebbe pubblicizzare al massimo l’Inps, anche su indicazione precisa del suo presidente, che invece preferisce parlare al vento seguendo l’onda del populismo.
