Torino: anarco – insurrezionalisti, 7 misure cautelari. Tempi duri per gli agitatori di professione
TORINO – Dopo la grande operazione contro gli anarchici di Firenze, anche a Torino gli agenti della Digos di Torino hanno eseguito sette misure di custodia cautelare, di cui cinque in carcere e due divieti di dimora, nei confronti di altrettanti anarco-insurrezionalisti che lo scorso 6 aprile aggredirono un gruppo di agenti del commissariato Dora Vanchiglia impegnati in un servizio antispaccio nei giardini Madre Teresa di Calcutta. Durante l’aggressione, diversi cassonetti della spazzatura vennero rovesciati in strada, per impedire il passaggio alle forze dell’ordine, e dati alle fiamme. La Digos, in queste ore, è entrata nello stabile di corso Giulio Cesare 45, da circa un anno occupato dagli antagonisti. Alcuni di loro sono saliti sul tetto. Stesso copione visto ieri a Firenze.
Sono accusati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale gli anarchici arrestati questa mattina dalla Digos di Torino. L’inchiesta è coordinata dal pm Antonio Rinaudo. L’operazione si è conclusa dopo alcune ore, quando gli agenti, grazie anche all’intervento di una squadra dei vigili del fuoco, sono riusciti ad entrare nell’appartamento occupato di corso Giulio Cesare 45 dove si erano blindati alcuni antagonisti.
Sono particolarmente soddisfatto: nelle due città (Torino e Firenze), le mie due ultime sedi prima del pensionamento, nelle quali ho promosso azioni contro anarcoinsurrezionalisti violenti, si continua a far sul serio e a combattere queste pericolose formazioni, come ha sottolineato ieri il Generale Giuseppe Governale, comandante del Ros dei carabinieri in occasione dell’operazione fiorentina: «Quello dell’anarco-insurrezionalismo è un fenomeno di grande rilevanza, che si muove in maniera attenta e subdola, sotto la cenere. Bisogna ricordare – ha aggiunto Governale – che per gli anarchici niente è casuale e tutto viene programmato, tra i loro obiettivi ci sono le caserme dei carabinieri perché rappresentano il presidio dello Stato sul territorio».
Sarà solo un caso che tali operazioni in Italia sono state attuate solo nelle sedi nelle quali da prefetto, insieme a questori, dirigenti delle Digos, comandanti dei carabinieri e procuratori della repubblica validissimi, ho iniziato a promuovere un’azione sistematica di verifica e d’indagine sui gruppi eversivi?
