Lecce: il gip conferma gli arresti dell’anarchico fermato per la bomba di Firenze

LECCE – Le contraddizioni della nostra giustizia e le decisioni contrapposte dei giudici per analoghe situazioni emergono chiaramente dalle decisioni dei gip di Firenze e Lecce i quali, per i medesimi provvedimenti emanati dalla procura di Firenze contro gli anarchici ritenuti responsabili dell’attentato di Capodanno a Firenze, hanno emesso ordinanze completamente opposte. Il Gip fiorentino nei confronti degli antagonisti ha convalidato solo un fermo su 6, mentre il collega di Lecce, per analoghe circostanze, ha ritenuto che esistessero gli estremi per convalidare l’arresto del soggetto incriminato. Due pesi e due misure che certo non contribuiscono a rafforzare la fiducia nella giustizia e nella magistratura, anzi…
Il provvedimento del giudice di Lecce mi sembra esemplare e ben motivato. Il Gip infatti ha ritenuto che esistessero gravi indizi di colpevolezza e pericolo di fuga, inquinamento delle prove e reiterazione dei reati per il caso a lui sottoposto – sostanzialmente analogo agli altri 5 di Firenze – al punto che si deve ritenere logicamente inserito il Fallanca in un ampio contesto criminale dedito con convinzione alla lotta armata per ragioni politiche e quindi pronto ad organizzare nuovi attentati: così, il gip di Lecce Carlo Cazzella nella sua ordinanza di convalida del fermo e per l’applicazione della custodia in carcere a carico di Pierloreto Fallanca, uno degli anarchici arrestati il 3 agosto scorso per la bomba alla libreria di Casapound di Firenze l’1 gennaio 2017 in cui rimase gravemente ferito l”artificiere della polizia Mario Vece. Il gip differenzia il suo provvedimento dai colleghi di Firenze e Roma che su 8 anarchici fermati, ne hanno rimessi in libertà sei. Domani, intanto, vertice alla procura di Firenze dei pm titolari dell’inchiesta per proporre ricorso, verosimilmente in Cassazione, contro le scarcerazioni romane e fiorentine.
Ricorrono – aggiunge il gip – tutte le esigenze cautelari: pericolo di inquinamento delle prove perché Fallanca potrebbe precostituirsi un alibi fasullo e attuare depistaggi; pericolo di fuga vista la pena elevata prevista per i reati contestati; reiterazione della condotta dovendosi ritenere logicamente inserito il Fallanca in un ampio contesto criminale dedito con convinzione alla lotta armata per ragioni politiche e quindi pronto a organizzare nuovi attentati. Dunque, per il giudice, la custodia in carcere costituisce unica misura idonea sotto il profilo dell’adeguatezza a garantire le esigenze cautelari.
Una decisione che per lo meno rafforza l’impianto accusatorio, messo in forse dall’esame del gip fiorentino, che ha fatto esultare i gruppi anarcoinsurrezionalisti della nostra città, in festa per la sua decisione e determinati ancor più a combattere chi rappresenta lo Stato.
