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Pubblico impiego: le nuove norme spiegate in una circolare del ministero per la funzione pubblica

ROMA – Per definire meglio i criteri d’attuazione delle nuove norme sul pubblico impiego la ministra Madia ha emanato una circolare interpretativa per gestire l’assorbimento dei precari, un decreto ministeriale che guarda al futuro per definire i nuovi criteri che saranno seguiti nei piani sui fabbisogni di personale e precisato le regole già in vigore, ma da iniziare ad attuare, sulle modalità per i concorsi pubblici. Lo Stato ricomincia ad assumere nel settore sicurezza, da tempo sguarnito, (Marianna Madia ha appena annunciato 2.739 nuovi ingressi tra forze di polizia e vigili del fuoco) e cerca di risolvere i problemi non affrontati nel recente passato.

PRECARI – La più pesante eredità è proprio quella dei precari. Il decreto legislativo 75 (pubblicato lo scorso maggio) dedica un articolo all’assorbimento di questi dipendenti, prevedendo per le amministrazioni la possibilità di assumere – nel triennio 2018-2020 – i lavoratori a tempo determinato che abbiano prestato servizio per almeno tre anni negli ultimi otto. L’inserimento del precariato storico potrà avvenire anche attraverso procedure concorsuali riservate in misura non superiore al 50 per cento dei posti disponibili. La circolare del Dipartimento della Funzione pubblica dovrebbe servire a chiarire eventuali dubbi e criticità che potrebbero sorgere.

IL PROVVEDIMENTO – Sempre nello stesso decreto legislativo vengono delineate le modalità con cui la amministrazioni pubbliche dovranno muoversi a regime: dovranno adottare un piano triennale dei fabbisogni di personale. Chi non segue questa procedura non potrà in ogni caso assumere nuovo personale. Toccherà però al ministero della Pubblica amministrazione emanare con propri decreti le linee guida per orientare gli enti, e proprio un provvedimento di questo tipo è atteso per settembre. Dentro ci saranno le indicazioni relative a «fabbisogni prioritari o emergenti di nuove figure e competenze professionali». Insomma il governo ferme restando le esigenze delle singole amministrazioni vuole in qualche modo indirizzare le scelte della macchina pubblica in direzione di una maggiore efficienza. Per farlo utilizzerà anche le informazioni contenute nel sistema informativo del personale predisposto dalla Ragioneria generale dello Stato.

CONCORSI – Un altro aspetto importante è quello dei concorsi. L’idea è passare a procedure uniche triennali per tutte le amministrazioni, in particolare per quel che riguarda il personale amministrativo: passerebbero per questo canale una parte consistente delle assunzioni legate proprio ai piani triennali dei fabbisogno. Verrebbero insomma evitati per quanto possibile i mini concorsi banditi da questo o quell’ente e il reclutamento avverrebbe con modalità e criteri il più possibile uniformi. Non sarà però un meccanismo obbligatorio: resta la possibilità per le singole amministrazioni, in particolare quelle territoriali, di muoversi per proprio conto in determinate circostanze e sarà salvaguardata l’esigenza di trovare professionalità molto specifiche con procedure ad hoc. Un punto ancora da approfondire è quello della preselezione iniziale, necessaria per concorsi ai quali potenzialmente possono essere interessate decine di migliaia di persone. L’idea è abbandonare i test di cultura generale ma anche la richiesta di titoli elevati ed eventualmente superiori alle mansioni da svolgere (dalla laurea in su) rischia di non essere risolutiva.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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