Statali, contratto: nessun premio agli uffici con assenteisti
ROMA – Il contratto del pubblico impiego dovrebbe prevedere un sistema di penalizzazioni per evitare l’assenteismo, e una soluzione potrebbe riguardare il divieto di riconoscere incrementi sul salario di produttività per gli uffici in cui risultino evidenti anomalie, cioè l’intera amministrazione che presenta importanti picchi di assenza. Lo afferma il presidente dell’Aran, Sergio Gasparrini.
Per premiare i migliori, occorre stabilire un collegamento più stretto tra risultati ottenuti – non tanto e non solo dei singoli, quanto dell’intera Pubblica amministrazione – e risorse destinate ai premi ed alle indennità. Insomma, maggiore attenzione ai risultati della squadra che consentono di erogare servizi migliori, dice Gasparrini.
Nel rinnovo del contratto, la normativa sui tempi determinati dovrà essere resa coerente con le nuove regole del Jobs act con i dovuti aggiustamenti, ma è ragionevole ipotizzare che il ricorso al reclutamento a termine dovrà tendere a diminuire anche in considerazione della recente legge Madia sul pubblico impiego, che è intervenuta proprio sul precariato cronico, afferma Gasparrini. L’armonizzazione con il Jobs act potrebbe riguardare i limiti contrattuali, i rinnovi dei contratti a termine, le ferie, part time, permessi e non la licenziabilità, su cui è intervenuto il decreto sul pubblico impiego. Nulla a che vedere – sottolinea – con il discusso superamento dell’articolo 18, che continuerà a rimanere in vita per i lavoratori statali.
