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Contenzioso Stato – Regioni: la Toscana risulta la più litigiosa

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Il braccio di ferro fra Stato e Regioni sulle competenze legislative si è allentato. Nel 2016 i ricorsi presentati alla Consulta sono stati 77, il 30% in meno rispetto all’anno precedente. E i dati relativi ai primi sette mesi di quest’anno sembrano confermare il calo: alla Corte sono finora arrivate circa 3o cause.

La battuta d’arresto si verificata nell’anno della riforma costituzionale approvata dal Parlamento e poi bocciata dal referendum. Quella riforma conteneva anche la revisione del Titolo V e l’eliminazione della legislazione concorrente, introdotta nel 2011 e fonte di contenzioso davanti alla Corte. È, però, presto per capire se quell’obiettivo, per quanto mancato, sia stato comunque recepito da Stato e Regioni, rendendo tutti meno litigiosi.

È ancora presto per avere certezza che il calo dei ricorsi possa essere effettivamente addebitabile a una maggiore prudenza da parte di entrambi i fronti nel travalicare i confini legislativi. C’è però da dire che i numeri dei primi sette mesi del 2017 confermano il trend registrato l’anno scorso: i ricorsi presentati alla Corte dall’inizio dell’anno sono, infatti, circa una trentina. In ogni caso, nonostante la flessione del contenzioso, il carico di lavoro sulla Consulta rimane significativo, visto che ha dovuto decidere, negli ultimi tre lustri, una media di 112 ricorsi l’anno. Tanto che il contenzioso Stato-Regioni rappresenta ancora il dossier più corposo per i giudici costituzionali, con un totale di 1.706 ricorsi a oggi.

Se si guarda ai dati complessivi relativi a quindici anni di litigi, la Corte ha dato ragione soprattutto allo Stato: su 925 sentenze relative a cause avviate da Palazzo Chigi contro le Regioni, Roma l’ha avuta vinta in 535 casi, con una percentuale che sfiora il 58 per cento. Le norme varate dalle amministrazioni regionali sono state, dunque, bocciate quasi in due casi su tre. Di contro, i 713 conflitti sollevati dalle Regioni si sono tradotti in 1.083 sentenze (a un ricorso possono corrispondere più verdetti), di cui 514 di illegittimità di disposizioni messe a punto dallo Stato. Una percentuale, dunque, del 47 per cento.

La Regione più litigiosa è la Toscana, che ha impugnato le norme nazionali 85 volte, da cui sono scaturite 127 decisioni, 64 delle quali di illegittimità (ancora una volta Rossi contro Renzi). Anche da parte dello Stato i rapporti con la Toscana non sono stati facili: da Roma sono, infatti, partiti 62 ricorsi, che hanno dato origine a 6o sentenze, 29 delle quali di illegittimità.

Ma è soprattutto nei confronti dell’Abruzzo che il Governo ha incrociato le armi legali, con 89 cause, che hanno prodotto 8o sentenze, di cui oltre il 70% di illegittimità. In questo caso, a differenza di quanto accade con la Toscana, il rapporto conflittuale non è reciproco. L’Abruzzo, infatti, è tra le Regioni con il minor numero di ricorsi contro leggi nazionali: ha presentato alla Corte solo 13 cause.

Ancora meno litigioso si è dimostrato il Molise, con 5 ricorsi. L’oggetto del contendere più frequente è quello della finanza pubblica, che durante i quindici anni ha innescato356ricorsi,seguito dalla tutela della salute con 206 cause. Ma anche governo del territorio, energia e professioni – con rispettivamente 184,101e 53 ricorsi- sono fonte di litigiosità. Tutte materie, queste, che la riforma costituzionale rimasta sulla carta avrebbe voluto ricondurre nelle mani dello Stato, una volta abolita la legislazione concorrente.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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