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Roma: occupazioni abusive, si fa strada l’ipotesi del racket. Indagine della procura

ROMA – L’ombra del racket delle occupazioni sul palazzo di via Curtatone sgomberato con idranti, manganelli e momenti di tensione due giorni fa nel centro di Roma. La Procura ora indaga e attende la relazione della Digos che acquisirà elementi forniti dalla proprietà, fra cui ricevute che comproverebbero il pagamento di affitti da parte degli occupanti e anche il ritrovamento in un pc di un programma per fare dei badge da fornire agli occupanti. Insomma elementi che fanno pensare a una gestione e un’organizzazione dell’occupazione.

La proprietà sostiene che oltre a molte bombole del gas, all”interno dello stabile sono state trovate decine di ricevute, oltre che documenti di vario genere, che farebbero supporre l’esistenza di una sorta di affitto a cui gli occupanti dovevano sottostare per potere alloggiare.

Su tutto questo la Procura di Roma vuole fare chiarezza ed ha aperto un fascicolo di indagine, oltre a quello aperto dopo gli scontri avvenuti nel corso dello sgombero a poche centinaia di metri dalla stazione Termini. Obiettivo di chi indaga è capire se la gestione dell’occupazione fosse regolata in base ad un vero e proprio racket con tanto di tariffe e costi di pernottamento.

Lunedì, intanto, gli uomini della Digos, così come fatto anche dai carabinieri che da tempo indagano sulle occupazioni di alcuni immobili a Roma, acquisiranno i documenti trovati in via Curtatone. Si tratta di atti che riportano sigle, cifre e iniziali forse dei profughi che dormivano nel palazzo. Una sorta di libro mastro in cui venivano annotate le cifre pagate e i nominativi di chi transitava nella struttura. I magistrati di piazzale Clodio vogliono, quindi, capire se dietro questo sistema esistano, come probabile, soggetti che sfruttano l’emergenza immigrati legata agli alloggi.

Alcune inchieste del passato — e fra tutte quella sull’ex centro sociale «Angelo Mai» (poi rinato) — hanno dissipato una serie di dubbi sullo sfruttamento della categoria «immigrati» da parte di movimenti e politici. Era il 2014. E lo stesso reparto della Digos che oggi indaga sullo sgombero di piazza Indipendenza, rintracciò in casa di alcuni leader dei movimenti di occupazione banconote per migliaia di euro, ricevute e, soprattutto, l’elenco di nomi e delle somme versate dalle famiglie in occupazione. L’inchiesta andò oltre fotografando un quadro di «desolante e diffusa illegalità, con profili di responsabilità di carattere non esclusivamente penale e civile ma anche amministrativo, sociale e politico» per usare le parole del gip Riccardo Amoroso. Uno scenario in cui erano anche diffusi «contatti e rapporti con esponenti politici per individuare alloggi da occupare».

E non è escluso che lo stesso scenario si possa scoprire in altre parti d’Italia, visto che le occupazioni abusive sono guidate sempre dagli stessi soggetti e protagonisti. Su questo aspetto forse la magistratura dovrebbe far luce in molte città, Firenze compresa, dove dilagano le occupazioni di migranti, assistiti da altri soggetti. Per la tranquillità di tutti e la salvaguardia anche dei migranti.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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