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Sgomberi di edifici: il Viminale (e Minniti) fanno marcia indietro, non si procede senza soluzioni alternative

Ha fatto e sta facendo molto discutere lo sgombero di Piazza Indipendenza a Roma, col precedente dello stabile occupato in via Curtatone: la polizia in assetto di sommossa ha liberato la piazza e l’edificio da un’occupazione abusiva (quella del palazzo) che durava da 4 anni, da parte di migranti e richiedenti asilo. C’era un ordine della magistratura da rispettare e c’era soprattutto da attuare il decreto Minniti-Orlando, che ha fatto molto discutere nella primavera scorsa, quello dove si parlava di Daspo urbano e di ordinanze dei sindaci contro abusivi e accattonaggio vessatorio.

PREFETTI –  Molti non l’avevano notato, ma il decreto indicava anche ai prefetti, dotati di nuovi poteri, i criteri oggettivi per «ripristinare la legalità» contro le occupazioni abusive di palazzi. Come dice la nuova disposizione, il prefetto deve mettere in cantiere gli sgomberi seguendo, in ordine di importanza, questi criteri di priorità: l’ordine e la sicurezza pubblica, i rischi di incolumità della salute, i diritti dei proprietari, e solo in ultimo i livelli assistenziali che devono essere assicurati agli aventi diritto dagli enti locali.

SGOMBERI – E ora si era cominciato a procedere, salvo poi fare repentino dietrofront di fronte alle polemiche dei movimenti, delle sinistre e dei cattolici, montate ad arte, contro l’intervento della Polizia. Ha affermato all’inizio una fonte del Viminale:  «Lo sgombero di Roma non è un’operazione estemporanea, procederemo al ripristino della legalità, oltretutto non facciamo altro che eseguire ordinanze di sgombero dell’autorità giudiziaria». Infatti qualche settimana prima, a Bologna, il collettivo Làbas è stato fatto sloggiare dall’ex caserma Masini di via Orfeo con tafferugli e diversi feriti tra i poliziotti e gli occupanti. In precedenza era successo a Milano con la palazzina di via Gadames, occupata da un gruppo di anarchici. A Pisa, con «Casa donna» che occupava uno stabile comunale. Di nuovo a Roma, con il presidio dei migranti di «Baobab Experience» nei pressi della stazione Tiburtina.

FIRENZE – Anche a Firenze si è provveduto allo sgombero di uno stabile (il Kulanka), occupato da somali in via Luca Giordano. Sempre i somali a Firenze, appoggiati dal movimento di lotta per la casa, continuano l’occupazione dello stabile dei gesuiti in via Silvio Spaventa, e con le nuove regole che saranno indicate dal ministero – dopo il preannunciato voltafaccia odierno – ci resteranno per molto tempo.

GABRIELLI – Il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, pur censurando una frase di un dirigente di Polizia, ha dichiarato chiaramente che la responsabilità non è attribuibile agli agenti, ma a chi ha permesso di creare una situazione di disagio simile.

POLEMICHE – Ma nel frattempo si sono scatenate polemiche politiche, una parte della sinistra, quasi tutte le associazioni caritatevoli (cattoliche o di sinistra) e ovviamente centri sociali, Ong e movimenti di lotta per la casa sono schierate contro la cattiva polizia, contro il ministro Minniti, contro il sindaco Raggi e a favore dei profughi, colpevoli «soltanto» di occupare abusivamente stabili e di aver lanciato sassi e usato spray al peperoncino, opponendo resistenza contro gli agenti che intervenivano. Si tratta di reati, ma per quelle anime candide non fa differenza, ai profughi e rifugiati tutto deve essere permesso, e dobbiamo riservare loro il trattamento che neghiamo a tanti italiani poveri e in difficoltà.

RACKET – Organi di stampa hanno riportato la notizia, da verificare, che nel palazzone occupato di via Curtatone si pagasse anche per occupare un alloggio. Dieci euro a persona ogni giorno. Che alla fine, moltiplicato per circa 700 persone, quanti erano (a pieno regime) gli occupanti di via Curtatone, fa settemila euro al giorno. A chi andavano quei soldi? Tra i documenti agli atti degli investigatori c’è anche un plico che la Sea srl, assistita dall’avvocato Carlo Arnulfo, ha sottoposto ai carabinieri. Una massa di ricevute firmate dai profughi alloggiati nel palazzo. Fogli su cui spiccano cifre e sigle. Dieci euro. Trenta euro. Venti. Cinquanta. Soldi versati ad altri immigrati, a quanto pare, intermediari di cui non sono chiari ruolo e contatti. Tanto che anche la magistratura sta indagando sulla gestione di alcuni immobili occupati nella capitale.

ASSOCIAZIONI CHIESA – Ma nonostante tutto questo, nonostante i lanci di estintori e corpi contundenti contro gli agenti, nonostante la resistenza operata da almeno 100 persone allo sgombero, molte associazioni, partiti e purtroppo esponenti della Chiesa si sono schierati massicciamente a difesa dei poveri rifugiati, attaccando protervamente le Forze di polizia, che difendevano la legalità ed eseguivano un ordine del magistrato. Gli stessi rifugiati, subito tornati operativi, hanno partecipato in forze alla manifestazione di protesta svoltasi (per fortuna senza incidenti) a Roma, auspici associazioni di volontariato, Ong, partiti e centri sociali.

CI SI METTE ANCHE LA CHIESA – Purtroppo l’enorme can can montato dalle associazioni di sinistra, da alcuni rappresentanti del cattolicesimo militante, dalle ong, dalla politica che combatte le forze dell’ordine a prescindere e favorisce chi viola le regole, hanno prodotto l’effetto, secondo anticipazioni della stampa, di far tornare sui suoi passi il ministro Minniti, convinto a sposare una linea meno dura. Anche dopo le parole del segretario di Stato vaticano, cardinale Parolin, che ha condannato ogni violenza (accomunando implicitamente Polizia, migranti e centri sociali).

MINNITI – Sembra infatti che nelle prossime ore Minniti firmerà una circolare in cui invita i prefetti a «liberare» le strutture sottoposte a sequestro solo dopo aver trovato luoghi di accoglienza alternativi. Anche facendo ricorso a edifici sequestrati alla mafia. Il che vuol dire incitare l’illegalità diffusa, l’occupazione abusiva generalizzata, tanto poi ci penseranno i prefetti a trovare alloggio a chi vive violando apertamente ogni regola, magari requisendo alloggi di proprietà privata (anche se l’ipotesi sembra scartata dal ministero). Si rinuncia alla difesa della legalità e s’incentiva l’illegalità diffusa, garantendo non solo l’impunità, ma anche l’acquisizione di alloggi per chi ha cercato di tutelare un preteso diritto attraverso la legalità e attraverso la sopraffazione di un diritto altrui. bell’esempio da parte di un Governo e di uno Stato. Ci dirigiamo così verso un regime di socialismo reale, aperto alle moltitudini di migranti che ci invadono, come auspicato da molti esponenti dell’estrema sinistra, e non solo.

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