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Caccia: dopo incendi e siccità, Ispra chiede alle Regioni rinvio stagione venatoria. E niente preapertura

ROMA – Caccia: scende in campo l’Istituto di ricerca per la fauna selvatica, nella sua qualità di consulente del ministero dell’ambiente. E chiede alle Regioni di rinviare l’avvio della stagione venatoria, ovviamente evitando anche di autorizzare la preapertura ai migratori. La siccità e gli incendi hanno stremato la fauna selvatica, privandola di cibo, acqua e rifugi. Quindi bisogna sospendere o almeno limitare la caccia. C’è molta attenzione a che cosa risponderà la Toscana, che ancora oggi raggruppa il maggior numero di cacciatori.

Ai primi di agosto lo hanno chiesto alle Regioni le principali associazioni ambientaliste. Ma oggi, 28 agosto, lo chiede l’Ispra. In una nota inviata a tutte le Regioni (alle quali spetta di fissare i calendari venatori), Ispra invita a rinviare ad ottobre l’apertura della o a ridurre il numero di capi che si possono abbattere. «Il 2017 – scrive sul sito dell”istituto il responsabile della Gestione patrimonio faunistico, Piero Genovesi – è stato caratterizzato da temperature massime assai elevate e prolungati periodi di siccità, oltre a una drammatica espansione sia del numero degli incendi sia della superficie percorsa dal fuoco (+260% rispetto alla media del decennio prevedente). Questo comporta una condizione di rischio per la conservazione della fauna».

Gli animali selvatici, spiega Genovesi, sono indeboliti perché devono muoversi di più per raggiungere le poche fonti d”acqua rimasta e perché trovano meno nutrimento di bacche e insetti, in una natura riarsa dal sole. Tutto questo riduce fortemente le loro capacità di riproduzione. I danni all’habitat causati dalla siccità sono poi moltiplicati dagli incendi. Nel 2017 hanno distrutto 117.579 ettari di boschi, contro una media di 38.310 all’anno negli anni precedenti. Di conseguenza, scrive il dirigente dell’Ispra alle Regioni, si ritiene che, in occasione della prossima apertura della stagione venatoria, vadano assunti provvedimenti cautelativi atti a evitare che popolazioni in condizioni di particolare vulnerabilità possano subire danni. L’Ispra invita le le Regioni a sospendere l’allenamento dei cani da caccia, che stressa la fauna selvatica. Quindi vietare la caccia da appostamento, che si svolge presso gli scarsi punti di abbeverata rimasti. Il terzo invito è posticipare all’inizio di ottobre o limitare numericamente la caccia agli uccelli acquatici (come le anatre) e alle specie oggetto di ripopolamento (come lepri e fagiani). Infine, l’Ispra propone di vietare per due anni la caccia nelle zone colpite da incendi. Il posticipo della stagione venatoria a causa della siccità e degli incendi è stato chiesto nei giorni scorsi dalle principali associazioni ambientaliste e animaliste (WWF, Lipu, Lav, Legambiente, Enpa, Lndc). Le ong sono arrivate a chiedere un «piano Marshall» per la fauna selvatica.


Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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