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Nazionale: Ventura chiama Zappacosta. Ma per andare ai Mondiali 2018 dovrà cambiare tanto

Un’immagine della disastrosa partita dell’Italia contro la Spagna

FIRENZE – Chiama un rinforzo, Giampiero Ventura, dopo la batosta di Madrid contro la Spagna. Infortunato Spinazzola, è stato chiamato Davide Zappacosta, giocatore passato da poco al Chelsea di Antonio Conte.  Il terzino è arrivato nel pomeriggio a Coverciano, dove gli azzurri preparano la partita di martedì 5 settembre, a Reggio Emilia, contro Israele.

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Zappacosta, chiamato al posto di Spinazzola infortunato

SRAELE – Per gli azzurri, la prossima contro gli israeliani (dilettanti volenterosi e nulla più) sarà una partita da vincere a tutti i costi per andare ai mondiali di Russia 2018, centrando almeno l’obiettivo dei play off. Occorre lasciare indietro l’Albania, che ora segue l’Italia, nella classifica del girone G, a 4 punti di distanza. In queste ore una  pioggia di critiche si abbatte su Ventura e sui giocatori azzurri. Raramente, nelle qualificazioni ai Mondiali, l’Italia ha subìto sconfitte come quella di Madrid. E quasi mai ci sono stati problemi per staccare il biglietto per la fase finale. L’unica volta in cui l’Italia venne esclusa fu nel 1958, ai mondiali di Svezia (dove esplose il Brasile del 18enne Pelè): clamorosa sconfitta contro l’Irlanda del Nord nelle qualificazioni.

VENTURA – Il 3-0 subìto al Bernabeu pesa sui giocatori, ma soprattutto sul ct, Giampiero Ventura, che ha avuto la presunzione di affrontare i quotatissimi spagnoli ad armi pari, addirittura schierando 4 punte. C’è da chiedersi: Ventura conosce la storia del calcio italiano? Sa che nelle partite difficili contro avversari di gran valore, gli azzurri sono riusciti a vincere grazie al vecchio e consolidato schema all’italiana? I vecchi ct, da Ferruccio Valcareggi a Lipi, passando per Enzo Bearzot, avrebbero optato per uno schema più prudente. Un esempio? Anche il 4-4-1-1. Invece con la tattatica spavalda di Ventura, Verratti e De Rossi sono stati accerchiati e sovrastati da Iniesta e compagni. Insigne fuori fase, Immobile irriconoscibile, Candreva inutile. E in difesa non si può attaccarsi all’assenza di Chiellini. Lo stesso Buffon è apparso declinante: la punizione di Isco che ha fruttato il primo gol è stata battuta bene, ma il portierone azzurro si è buttato in ritardo. Il Buffon di Berlino (2006), capace di deviare in volo un formidabile colpo di testa ravvicinato di Zidane, forse sarebbe arrivato anche sulla pennellata di Isco.

TAVECCHIO – E ora? Bisogna centrare la qualificazione per Russia 2018. E ripensare alla Nazionale in termini organizzativi e qualitativi. Ventura non è il ct ideale, ma non ha torto quando si lamenta   che i club sono egoisti e danno malvolentieri giocatori alla Nazionale. Il problema? Tavecchio presidente federale e commissario della Lega. Chi scrive ha avuto la fortuna di conoscere il più grande dirigente del calcio italiano di tutti i tempi: Artemio Franchi. Dopo la batosta con la Corea del Nord ai mondiali d’Inghilterra del 1966, Franchi disse che la Nazionale, affidata al modesto ma efficace Ferruccio Valcareggi, sarebbe risorta clamorosamente. Infatti vinse il campionato europeo nel ’68 e fu seconda al mondiale messicano del ’70. Purtroppo, oggi, non abbiamo un Franchi. E Tavecchio sembra prigioniero di chi l’ha votato. Dovrebbe varare un piano di rilancio per la Nazionale, costringendo i club a rispettarlo. L’Italia non è e non può essere quella di Madrid: deve stare ai vertici del calcio mondiale, dove i suoi quattro titoli iridati, storicamente, la collocano.


Sandro Bennucci

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