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Piombino, Aferpi: il nuovo piano di Jindal, investimenti per 400 milioni

PIOMBINO – Qualcosa si muove per Aferpi. Jindal avrebbe presentato al Governo un embrione di piano industriale che prevede quattrocento milioni di investimenti, la riaccensione dell’Afo, 1.800 occupati e quattro laminatoi. Ai treni rotaie, barre e vergella si aggiungerebbe quello per i piani (settore in cui è specializzato in India). Il documento consegnato nei giorni scorsi al ministero indica per Piombino una produzione annua di 3 milioni di tonnellate di acciaio. Concorrerebbero al raggiungimento dell’obiettivo dei 40 milioni complessivi entro il 2030 – oggi sono 18 – che Jindal si è dato.

Su tutto, però, continua ad aleggiare l’incognita di cosa farà l’algerino Issad Rebrab. La sua richiesta di oltre 100 milioni per uscire di scena è lontana dall’essere accolta. Nella migliore delle ipotesi per l’imprenditore algerino, si parlerebbe della metà. Del resto, il gruppo indiano ha ben presente la volontà del governo di tagliare con Rebrab dopo le nuove inadempienze. Ma la vicenda si complicherebbe a causa di altre diverse notizie, battute dall’agenzia Nova con riferimento a quanto pubblicato dal quotidiano indiano Th Hindu e rilanciato dal portale algerino Ts Algerie, che parla di una trattativa in corso tra la holding Cevital e la Jsw Steel per la cessione di Aferpi. Notizia rimbalzata sui quotidiani locali. Dalle informazioni apprese Issad Rebrab vorrebbe vendere la propria quota per circa 100 milioni di dollari. Dal canto suo Jindal sembra temporeggiare considerando possibile, una volta disatteso il primo punto dell’addendum, la rescissione del contratto per Aferpi e la conseguente uscita di scena del magnate algerino.

Intanto l’avvio delle produzioni nella fabbrica piombinese slitta, stando alle ultime informazioni non riprenderanno prima di metà settembre. Uno dei motivi dello stallo la mancata consegna dei blumi; per questo Cevital ha sollecitato i fornitori, Jindal e British Steel.

«Se le notizie fossero fondate è evidente che l’interesse di Jindal è cresciuto in maniera molto importante rispetto alla proposta inaccettabile del 2014», afferma Lorenzo Fusco (coordinatore Uilm in Aferpi). «Oggi – aggiunge – si parlerebbe di investire non solo nella laminazione ma soprattutto per tornare a produrre acciaio, punto da sempre considerato imprescindibile dal sindacato». Fusco invita a stare con i piedi per terra e ad evitare di cadere in nuove illusioni. «Il solo modo per farlo – chiude il rappresentante sindacale – è una convocazione urgente al Ministero per capire direttamente da Calenda cosa c’è di vero in tutto ciò. L’acciaio è chiaramente in ripresa sia a livello nazionale che mondiale e Piombino non può restare imprigionata, dopo 26 mesi di nulla, ancora alle promesse di Cevital. La quale continua a cercare alibi e scuse per motivare la propria totale inadempienza»

 

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