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Venti di guerra (nucleare) spirano dalla Corea del Nord, ma Onu e ue sono impotenti a intervenire

Mentre il presidente Trump sembra in difficoltà sul fronte interno, con la riforma dell’Obamacare vanificata anche per le defezioni del suo partito, e si trova ad affrontare questioni spinose sul piano internazionale, soprattutto sul fronte Corea del Nord e Russia, la situazione a livello internazionale sembra dover precipitare da un momento all’altro, vista la cronica incapacità di un Ente internazionale come l’Onu di mettere riparo ad alcune controversie, anche eclatanti. L’Onu è addirittura più inefficiente dell’Unione europea, ed è tutto dire.

Pensiamo all’escalation dei test nucleari da parte della Corea del Nord, che costituiscono una sfida palese a Stati Uniti, Giappone e Corea del sud e che, se spinti all’estremo, potrebbero addirittura minacciare la pace mondiale e a portare ad esplosioni nucleari, come ha dimostrato il recente test del regime Nord coreano.

Quello effettuato dalla Corea del Nord e’ il test nucleare piu’ potente mai realizzato in precedenza: lo ha detto il sottosegretario generale alle Nazioni Unite Jeffrey Feltman durante la riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che ha sottolineato le gravi violazioni delle risoluzioni Onu e dei trattati internazionali da parte del regime di Pyongang.

Enough is enough, quando e’ troppo e troppo: cosi’ l’ambasciatrice statunitense all’Onu Nikki Haley, nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, ha chiesto di prendere “le piu’ forti misure possibili contro il regime di Pyongayang. Criticando l’azione spesso troppo lenta e debole della comunita’ internazionale.

Anche i leader del G7 condannano nei termini più forti possibili il nuovo test nucleare condotto dalla Corea del Nord con comportamento irresponsabile. Lo si legge in una dichiarazione che porta la firma di Paolo Gentiloni, Justin Trudeau, Emmanuel Macron, Angela Merkel, Shinzō Abe, Theresa May, Donald Trump, Jean-Claude Juncker, Donald Tusk. La Corea del Nord deve immediatamente abbandonare tutti i programmi nucleari e i programmi di missili balistici in una maniera che sia completa, verificabile e irreversibile.

Siamo pronti – si legge ancora nella nota – a rafforzare ancora le misure che puntano a raggiungere l’obiettivo di fermare i test nucleari della Corea del Nord e richiamiamo con forza il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ad assumersi le sue responsabilità e lavorare per l’adozione di una nuova ed efficace risoluzione che includa misure più forti.

Intanto le forze armate sudcoreane hanno condotto un’esercitazione simulando un attacco contro un sito nucleare nordcoreano, con l’utilizzo di caccia F15 e di un missile balistico. Nell’esercitazione è stato utilizzato il missile Hyunmoo-2A e missili a lungo raggio aria-terra, che secondo il comunicato dello stato maggiore interarmi “hanno tutti accuratamente raggiunto i loro obiettivi”. Gli obiettivi simulati erano stati individuati nel Mar del Giappone alla stessa distanza del sito per i test nucleari nordcoreano di Punggye-ri.

La Cina ha presentato “una forte protesta formale” all’ambasciata della Corea del nord di Pechino contro l’ultimo test nucleare. Lo ha detto il portavoce del ministero degli esteri cinese Geng Shuang, nel corso della conferenza stampa quotidiana.

In Giappone il premier Shinzo Abe ha definito la provocazione assolutamente inaccettabile, mentre il ministro degli Esteri Taro Kono si è speso per un’altra efficacia delle sanzioni Onu, rinnovando la sintonia con Seul e Washington.

Alle  minacce il presidente usa Donald Trump risponde con una frase significativa: «Il dialogo non funziona, la Corea del Nord capisce una cosa sola».  Gli occhi del mondo sono puntati sulla reazione dell’America, con il presidente che ha incontrato i vertici militari alla Casa Bianca e non ha escluso un attacco preventivo.

Una situazione resa ancor più preoccupante dalle tensioni che esistono fra Washington e Mosca, fra Trump e Putin, culminate nella nota di protesta inviata dal ministero degli Esteri russo all’inviato dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Mosca, a seguito dei piani delle autorità americane di condurre una perquisizione nella sede della missione commerciale russa a Washington.

In un momento nel quale l’unica azione decisiva e significativa nei confronti di Pyonyang potrebbe essere costituita da un’iniziativa concordata fra America, Russia e Cina, le tensioni citate fra due dei protagonisti principali non promettono niente di buono. Così come fosche nubi si presentano nell’orizzonte mondiale a causa delle sempre più pesanti e ricorrenti provocazioni e minacce del regime di Pyongyang, che ha dimostrato di poter attivare già da subito ordigni nucleari. Occorre intervenire per disinnescare alla svelta questa gravissima minaccia, e per far questo non possiamo certo sperare nell’influenza di organismi inefficaci e inefficienti come l’Onu e la Ue.

 

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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