Skip to main content

Migranti: gli sbarchi diminuiscono, ma rimpatri e ricollocazioni ancora non funzionano

ROMA – Dall’inizio dell’anno a oggi sono 100.325 i migranti sbarcati sulle coste italiane, il 22,29% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (129.104). È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento del report quotidiano del Viminale, secondo cui i porti maggiormente interessati dagli sbarchi nel periodo in questione sono, nell’ordine, Augusta, Catania, Pozzallo, Reggio Calabria, Trapani, Lampedusa, Vibo Valentia, Palermo, Salerno e Crotone. La regione che accoglie più migranti è sempre la Lombardia (14%), davanti a Campania (9%), Emilia Romagna (8%), Lazio (8%), Sicilia (8%), Piemonte (7%), Veneto (7%), Toscana (7%) e Puglia (7%). Sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco, il primo Paese di provenienza è la Nigeria (17%), seguito da Guinea (9%), Bangladesh (9%), Costa d’Avorio (8%), Mali (6%), Eritrea (6%), Gambia (5%), Senegal (5%), Sudan (5%) e Marocco (5%). Da sottolineare che negli scorsi mesi estivi si è registrato un calo degli sbarchi: il -51,3% di luglio e il -81,6% di agosto rispetto agli stessi mesi dell’anno scorso.

Intanto i governi europei proseguono le trattative per modificare il piano operativo della missione Triton: «Sarà pronto entro due mesi» annuncia il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, anche se è difficile aspettarsi grandi rivoluzioni nella parte che prevede gli sbarchi esclusivamente in Italia. E dopo il vertice a quattro di Parigi, giovedì 14 settembre toccherà ai ministri dell’Interno dei 28 sedersi attorno a un tavolo e trasformare in pratica le buone intenzioni. Entro il venerdì successivo i governi europei dovranno comunicare alla Commissione il loro contributo al piano di reinsediamenti, che (teoricamente) porterà in Europa quasi 40 mila rifugiati nel 2018 attraverso i corridoi umanitari. I soldi ci sono, gli Stati devono mettere a disposizione i posti (su base volontaria).

Al Consiglio Affari Interni, secondo la bozza preparata dalla presidenza estone, verrà dato un nuovo impulso al piano di addestramento della Guardia Costiera libica e sarà ribadita l’esigenza di migliorare le condizioni delle comunità locali che si trovano sulle rotte dei migranti. C’è poi la necessità di rafforzare i controlli al confine meridionale libico e di spingere il piano di rimpatri volontari assistiti da Libia e Niger. Serve anche un maggiore impegno nel Trust Fund per l’Africa, che ieri è finito nel mirino dell’Ong «Global Health Advocates». In un rapporto sull’uso dei fondi, ne viene criticata la cattiva gestione. Troppo improntata all’emergenza anziché ai programmi di lungo termine. «Una strategia – dicono – destinata a fallire».

L’Europa cerca anche un piano comune sui rimpatri forzati degli «irregolari». Leggeri ha spiegato che il numero di quelli effettuati da Frontex è raddoppiato nei primi mesi del 2017: «Abbiamo organizzato 220 voli, per un totale di quasi 10 mila persone. In tutto il 2016 i voli furono 232 per 10.700 migranti». I rimpatri, però, sono possibili solo se esistono accordi di riammissione con i Paesi di origine, e non molti ancora sono quelli che hanno accettato


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741
Firenzepost small logo