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Dirigenti della scuola: in vista aumenti, hanno le paghe più basse della pubblica amministrazione

Non è un mistero che i dirigenti della scuola e i professori siano fra gli impiegati pubblici peggio pagati, forse perché sono un esercito sterminato. Ma la realtà è quella che ci sono più di sette mila presidi in Italia che percepiscono mediamente non più di 58 mila euro all’anno, e si tratta, si badi bene, di lavoratori pubblici che in questi ultimi anni si sono dovuti far carico di diversi problemi della scuola, dovendo guidare anche più istituti contemporaneamente a causa delle cosiddette reggenze. A queste disfunzioni non ha posto rimedio, come a tante altre, la buona scuola di Renzi, che si è rivelata alla fin fine uno spottone per il rottamatore e una fucina di posti per molti precari, costretti spesso a espatriare fuori regione, anche se in gran numero sono ancora rimasti fuori dai ruoli.

Per tentare di colmare la lacuna retributiva il governo lavora a un’ipotesi d’intervento in vista della manovra che sarà approvata tra una decina di giorni. Sul tavolo del Tesoro ci sarebbe una proposta dell’Istruzione volta a ritoccare «gradualmente», in più anni, le retribuzioni fisse di chi è a capo degli istituti scolastici.

Dovrebbe essere previsto un primo stanziamento da 90-95 milioni di euro. Il blocco degli stipendi degli statali ha penalizzato, ma in particolare il personale scolastico, a livello tecnico e amministrativo, gli Ata, che possono contare su uno stipendio base di soli 22 mila euro all’anno, oltre ai  professori e presidi.

Nei mesi scorsi la ministra Fedeli si era impegnata a pagare di più coloro che lavorano nel mondo della scuola, che «ingiustamente» – aveva detto – ricevono di meno rispetto agli altri. La dote ipotizzata può garantire aumenti per lo più minimi, ma rappresenta un segnale d’attenzione nei confronti del personale della scuola e si aggiungerebbe all’aumento da 85 euro in arrivo con il rinnovo del contratto a cui lavora la ministra Marianna Madia. Quest’ultimo riguarderà ovviamente sia gli insegnanti che i presidi. Mentre lo scatto aggiuntivo da inserire nella prossima legge di bilancio dovrebbe toccare solo i vertici scolastici. Secondo gli ultimi dati raccolti dall’Aran, l’agenzia governativa che si occupa delle negoziazioni nella Pa, i dirigenti delle scuole sono i capi meno pagati se si tiene conto di quelli delle Agenzie fiscali, università, ministeri, ospedali e Asl. Stipendi quattro volte inferiori rispetto a chi guadagna di più. Una situazione che il Governo cerca giustamente di superare.

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