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Età pensionabile: Boeri parte all’attacco di sindacalisti e politici, ma viene rintuzzato

ROMA – Non accenna a scemare la polemica sulle pensioni. Ci pensa anche il bocconiano presidente dell’Inps, una volta tanto in accordo col governo, a censurare i sindacati, sostenendo la tesi degli aumenti automatici dell’età pensionabile.

Dice Boeri: «Ieri Susanna Camusso, intervenendo pubblicamente, mi ha accusato di avere dato delle cifre sbagliate sulle conseguenze del mancato adeguamento alla speranza di vita, dicendo che parlare di 140 miliardi di costi aggiuntivi, che sono le stime che peraltro noi abbiamo fornito al governo, è implausibile perché la riforma Fornero ha portato risparmi solo di 90 miliardi. Peccato che l’adeguamento alla speranza di vita non sia stato fatto dalla riforma Fornero ma nel 2009, poi ulteriormente nel 2010 e nel 2011. Sono interventi precedenti che hanno portato all’introduzione di questo adeguamento automatico, quindi la comparazione che ha fatto è priva di senso, e inviterei quelli che parlano di cifre a documentarsi maggiormente».

Che Boeri dia i numeri è cosa risaputa, ma in questo caso si scaglia contro alcuni politici aggiungendo che «per fortuna, nel nostro sistema pensionistico abbiamo introdotto il meccanismo automatico di adeguamento dell’età di pensionamento alla speranza di vita e questo porta a neutralizzare gli effetti della longevità sui conti previdenziali. I nostri conti previdenziali restano in equilibrio, sempre che a qualcuno non venga la sciagurata idea di intervenire sugli stessi. Ci sono alcuni parlamentari, che probabilmente in passato hanno costruito le proprie fortune politiche proprio sulle eccezioni, che vorrebbero creare nuove eccezioni, esentando alcune generazioni dall’adeguamento alla speranza di vita. Adesso non si capisce per quale ragione da quest’anno dovremmo bloccarlo, rischiando peraltro di corrompere tutto il meccanismo. Questo mancato aggiustamento avrebbe dei costi elevatissimi perché a quel punto anche la longevità sarebbe un problema per il nostro sistema pensionistico”, ha concluso.

Uno dei parlamentari chiamati in causa, Cesare Damiano, commenta sarcastico le uscite di Boeri: «va raccolto il suggerimento di Boeri di oggi: Inviterei quelli che parlano di cifre a documentarsi maggiormente. Ottimo proposito, che deve valere però anche per l’INPS. Come al solito – spiega – vorrei fare degli esempi: Decreto Salva Italia del 2011. Il Governo Monti presenta una relazione
tecnica bollinata dalla Ragioneria che indica in un massimo di 50.000 soggetti i cosiddetti esodati. Con la precisazione che tale contingente è stato verificato anche sulla base dei dati amministrativi degli Enti previdenziali interessati. Il 29 giugno 2012 alla Camera, la Fornero fornisce una tabella che stima la platea degli esodati in 389.200. In realtà – prosegue – con le 8 salvaguardie, la cifra a consuntivo risulterà successivamente pari a circa 172.000 unità. Nell’ultima salvaguardia, l’ottava, la stima dell’Inps e della Ragioneria è di 30.700 esodati con relative coperture. A consuntivo si arriva appena alla metà, circa 15.000. Il Decreto legge del Governo del 16 ottobre 2017, all’articolo 8 (Monitoraggio delle misure di salvaguardia…), ridetermina il numero massimo degli esodati a
153.389 soggetti, numero sempre fornito dall”Inps. In questo caso suggeriremmo, a quelli che fanno le cifre, di documentarsi meglio, anche perché altrimenti, come dimostrano i fatti, l’altalena dei numeri impedisce al Parlamento di svolgere correttamente il proprio lavoro».

Una bella lezione (l’ennesima) di economia e di amministrazione affibbiata al supponente professore bocconiano, che non ne vuol proprio sapere di levarsi di torno, o quanto meno di tacere. A quando un provvedimento opportuno del Governo, che pure si è stancato delle continue e controproducenti uscite di Boeri?

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