Lavoro: contratti a tempo indeterminato calano del 2,5% rispetto al 2016
ROMA – Nei primi otto mesi del 2017 sono stati attivati oltre un milione di contratti a tempo
indeterminato (1.032.486 comprese le trasformazioni) con un calo del 2,5% sullo stesso periodo 2016. Lo rileva l’Inps nell’Osservatorio sul precariato: le cessazioni di contratti stabili nello stesso periodo sono state in linea con le assunzioni (1.033.409). Nel complesso i nuovi rapporti di lavoro
(fissi e a termine) nel periodo sono stati 4.597.982 a fronte di 3.653.940 cessazioni. Il saldo totale è così positivo per 944.042 unità.
Le assunzioni complessive nei primi otto mesi del 2017 sono state quasi 4.598.000, in aumento
del 19,2% rispetto allo stesso periodo del 2016 mentre le cessazioni sono state 3.653.940, in crescita (+15,9%), ma meno delle assunzioni. Alla crescita delle assunzioni, il maggior contributo è dato dai contratti a tempo determinato (+26,3%) e dall’apprendistato (+25,9%) mentre sono diminuite le assunzioni a tempo indeterminato (-3,5%, nel complesso, -2,5% se si considerano anche le trasformazioni).
I contratti a chiamata nei primi otto mesi del 2017 hanno registrato un aumento del 129,5% rispetto
allo stesso periodo del 2016. L’aumento da 121.000 contratti del 2016 a 278.000 nel 2017 è spiegato con la necessità per le imprese di ricorrere a strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, cancellati dal legislatore a partire dalla metà dello scorso mese di marzo e sostituiti, a partire da luglio e solo per le imprese con meno di 6 dipendenti, dai nuovi contratti di prestazione occasionale.
