Migranti, accoglienza flop: solo 1.000 Comuni su 8.000 aderiscono al piano di Minniti

ROMA – Il sistema Sprar (Servizio protezione per richiedenti asilo e rifugiati) non decolla come speravano al Viminale. Sono soltanto 1017 i Comuni (sui 7978 d’Italia) che hanno aderito e ora garantiscono 31.400 posti. Tanti? Pochi? «E’ la solita questione – dice Matteo Biffoni, sindaco dem di Prato e delegato per i problemi dell’immigrazione dell’Anci – del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Nello Sprar abbiamo cinquemila posti più di prima ed è un fatto innegabile. Poi, certo, se si partiva dall’aspettativa di raddoppiare i posti, siamo ancora lontani; se si partiva dall’aria che tira, è un successo».
Il piano del Viminale prevedeva l’adesione di tutti i 7978 municipi, in tal caso l’accoglienza si sarebbe ripartita sul territorio con il parametro di 2,5 ospiti per mille abitanti. Ma così non è. Le ultime stime dicono che sono 196 mila i migranti a cui in questo momento lo Stato dà vitto e alloggio: 30 mila sono nei centri dello Sprar, gestiti dai sindaci; i restanti 160 mila a carico delle prefetture. «È innegabile – spiega il sottosegretario Domenico Manzione – che le cose non sono andate proprio come ci aspettavamo. Ma la chiusura dei grandi centri è connaturata all’estensione dello Sprar. Vorrà dire che i tempi saranno un po’ più lunghi».
Per fortuna diminuiscono gli sbarchi: «In questo momento – dice Minniti, cautamente – possiamo dire di trovarci di fronte ad un quadro che ci porta ad avere una curva degli arrivi di migranti nel nostro Paese che è significativamente scesa». In complesso, negli ultimi quattro mesi sono sbarcati in 26.878; l’anno scorso erano stati 89.205 (riduzione del 70%).
Preso atto del flop dell’accoglienza da parte dei sindaci il Governo non può certo insistere molto lamentandosi dell’indifferenza di molti stati europei in materia, visto che il primo esempio viene dai nostri primi cittadini.
