Torino: il procuratore Spataro chiede chiarimenti sull’invito del carcere delle Vallette a Sergio Segio, ex terrorista

ROMA – Diventa un caso la partecipazione giovedì scorso dell’ex dirigente di Prima Linea Sergio Segio a un evento nel carcere di Torino, promosso dal Garante dei detenuti, e a cui ha fatto seguito un’analoga iniziativa nel penitenziario di Asti.
Dopo le proteste di alcuni sindacati della polizia penitenziaria, il procuratore del capoluogo piemontese Armando Spataro, che durante gli Anni di piombo ha indagato sul terrorismo di sinistra, ha deciso di accendere un faro sulla vicenda. E ha chiesto chiarimenti alla direzione delle Vallette: vuole che gli venga inviato, se non ci sono ragioni contrarie, tutto il carteggio che riguarda l’appuntamento, comprese le domande di autorizzazione all’ingresso del carcere di chi ha già partecipato e i conseguenti provvedimenti. Una mossa seguita dall’auspicio, affidato da Spataro a una nota, che per il futuro ci sia un deciso cambio di rotta: che cioè prima di eventi a cui si pensa di invitare ex terroristi responsabili di
gravi reati, si interpellino i capi delle procure, perché questi possano esprimere le loro valutazioni. Messaggio diretto prima ancora che ai direttori delle carceri ,al Dap, il
Dipartimento del ministro della Giustizia che si occupa dell’amministrazione penitenziaria e che è guidato da un magistrato, Santi Consolo.
A insorgere contro la presenza di Segio – condannato tra l’altro per gli omicidi dei giudici Emilio Alessandrini e Giorgio Galli e da anni impegnato nel sociale – erano stati due
sindacati autonomi della polizia penitenziaria. «E” inammissibile, inaccettabile, intollerabile ed insopportabile che Sergio Segio, condannato e quindi ritenuto colpevole di diversi fatti di sangue ed omicida, sieda ad un tavolo per discutere del sistema penitenziario e dell’esecuzione penale: sarebbe come far sedere Totò Riina al tavolo di revisione del 41
bis», aveva denunciato il segretario regionale Sappe del Piemonte Vicente Santilli. Più drastico l’Osapp con la richiesta di dimissioni del ministro Orlando perché «la nonchalance con cui e’ stato accolto un ex terrorista che sempre assassino rimane, condannato per gravi fatti di sangue, tra cui l’omicidio di un agente di custodia, dimostra la mancanza di rispetto per le vittime del terrorismo e per i caduti del Corpo». A rinfocolare la polemica l’appuntamento nel carcere di Asti che ha visto di nuovo la partecipazione di Segio: un tour che indigna le donne e gli uomini della polizia penitenziaria, protesta il sindacato.
Al di là della polemica, si dovrà vedere ora quali saranno le ulteriori mosse di Spataro. Come la pensa su Segio, il procuratore lo ha esplicitato nella sua autobiografia di qualche
anno fa. Commentando la dedica a un suo libro che l’ex terrorista aveva rivolto ai figli «dei nostri compagni perché sappiano che i loro genitori “sono state persone buone e leali»,
il magistrato aveva scritto: «evidentemente essere buoni, leali, generosi e coraggiosi è sinonimo di saper vilmente uccidere persone inermi». Siamo ancora una volta d’accordo con il parere del procuratore di Torino, basta con i troppi spazi concessi a ex terroristi assassini.
