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Manovra preelettorale: si profila una sfilza di bonus per tutte le categorie, tranne i pensionati

Da qualche giorno si susseguono anticipazioni più o meno fondate sul contenuto della manovra, e in particolare su disposizioni che prevedono vantaggi per molte categorie di cittadini, facendo diventare quella in cantiere una manovra di carattere puramente elettoralistico, che prevede interventi a pioggia per accontentare la più ampia fascia di categorie di elettori. Un’abitudine degna della migliore prima repubblica, ma non ci meraviglia, visto chi è il Segretario del partito di maggioranza governativa.

Dunque una raffica di bonus di stampo renziano è in arrivo  con la prossima legge di Bilancio. Bonus diretti a favorire famiglie e società, giovani in cerca di occupazione e
non più giovani che il lavoro l’anno perso. Si spazia  dall’abbonamento di treno e bus alla risistemazione di giardini,  dall’assunzione di giovani under35 alla sottoscrizione di
polizze sui danni da terremoto, dall”acquisto di mobili a quelli  per la formazione hi-tech dei dipendenti. Guarda caso, bonus per tutte la categorie, tranne che per i pensionati.
La manovra è l’ultimo treno normativo utile prima delle  prossime elezioni e così il testo finale, un omnibus di 120  articoli già prima di arrivare nelle commissioni, è carico di
detrazioni, sconti, crediti d’imposta, bonus, abbattimenti,  agevolazioni. Una moltitudine che forse non vedrà la luce interamente. Molti riguardano le famiglie, ma moltissimi, come ovvio dell’indirizzo renziano,  le  imprese.
Si utilizza la leva fiscale per rilanciare consumi e spingere l’economia.

GIOVANI E IMPRESE –  Si parte dai giovani, una parola chiave della  manovra: per spingere le assunzioni arriva un bonus triennale  del quale beneficiano le aziende che assumono e potranno non  pagare il 50% dei contributi fino a 3 mila euro. Dovrebbe  portare 350.000 mila occupati under35 nel 2018 e far salire  progressivamente il numero fino ai 940 mila assunti under30 del  2020. Ma ci sono anche gli sgravi contributivi per gli under40
impegnati in agricoltura: vengono azzerati per tre anni.

BONUS 18ENNI – Il  governo ha poi promesso di rinnovare il bonus 18enni. I fondi,  290 milioni, sono nelle tabelle mentre manca la norma nel testo scritto. Ma non sarebbero in forse. Valgono 500 euro e scattano  quando si spengono le candeline da maggiorenne.

ABBONAMENTI BUS E METRO – Arriva la  detrazione al 19%, fino a 250 euro, per gli abbonamento di bus e  metro, ma anche per i treni dei pendolari. Prevista anche una
detassazione per i datori di lavoro che pagheranno l’abbonamento  a dipendenti (o ai lori familiari).

CASA, BONUS GIARDINI – Detrazione al 36% su una spesa  massima di 5 mila euro per sistemare a verde aree scoperte,  recinzioni, impianti di irrigazione, ma anche per realizzare
pozzi, coperture a verde e giardini pensili.

ASSICURAZIONE TERREMOTO – E’ nuovo anche lo  sconto al 19% per chi sottoscrive una polizza contro i danni di  un terremoto.

BONUS ENERGIA, RISTRUTTURAZIONI, MOBILI – Conferme invece sono per il bonus energia, per quello delle ristrutturazioni e per l’acquisto di mobili (fino a  10.000 euro) ed elettrodomestici. Ma c’è anche una cattiva  notizia: dal primo gennaio l’ecobonus del 65% scende al 50% per  gli infissi, le schermature solari e le sostituzioni di caldaie  a condensazione.

LAVORO E FORMAZIONE – Arriva un incentivo fino a 14.000 euro per chi lascia la Cig e
trova un nuovo lavoro oppure uno sconto, pari al 40% della spesa  e fino a 300.000 euro per azienda, per formare i dipendenti alle  nuove tecnologie: cyber-security e big data, robotica e internet  delle cose.

IMPRESE E PMI – Possono  abbattere del 50% i costi di consulenza per quotarsi in borsa  (fino a 500 mila euro), le imprese finanziare la  ristrutturazione di impianti sportivi pubblici (50% delle  donazioni fino a 40.000 euro ma con un tetto del 3 per mille sui  propri ricavi), le società di calcio professionistiche prendendo  nel proprio vivaio giovani calciatori (bonus 5.000 euro, più  metà stipendio), le fondazioni bancarie con abbattimenti del 65%  su quanto investito nel welfare di comunità. E poi ci sono  riduzioni fiscali per chi rinnova i macchinari, per chi investe  al Sud, per chi porta al macello bovini o suini, e chi più ne ha più ne metta.

Insomma, in attesa che si definisca il quadro completo delle regalie preelettorali il paniere si allarga sempre più per tentare di soddisfare una massa più ampia di elettori. Che però non sono tanto ingenui. Gli anni del Governo Renzi hanno fatto capire quanto sia improduttiva la politica dei bonus e quanto sia costata al Paese.

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