Pensioni: il primo incontro parte in salita, nessun accordo ma si continua a discutere

ROMA – Come previsto il confronto preparatorio, il cd tavolo tecnico sulle pensioni è partito col freno a mano. Lo certificano Cgil e Uil, mentre la Cisl fa da sponda governativa-renziana, come suo solito. Dice la Cgil e conferma la Uil: «L’incontro, come temevamo, è partito in salita. Intanto abbiamo appurato che non c’è la volontà di discutere in questa sede dei temi della fase due della previdenza. E abbiamo appurato che non esistono dati, ricerche, statistiche utili al ragionamento sull’aspettativa di vita in rapporto al lavoro svolto. Da quello che abbiamo capito temiamo che pensino alla platea dei gravosi già previsti nell’Ape social, con un ampliamento limitato. Invece, secondo noi, questo problema è talmente importante che non si può pensare di ridurlo parlando di qualche situazione specifica. Ci vuole un intervento ampio, che coinvolga tantissimi lavoratori. Lavoriamo per costruire delle soluzioni, se ci sono le condizioni. Le valutazioni le faremo al termine di questi incontri. Inoltre non abbiamo approfondito il tema del meccanismo complessivo dell’adeguamento, ma l’impegno è di affrontarlo».
Più blanda la posizione del segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni: «Certo la strada non è un’autostrada, è una strada delicata e che richiede anche al sindacato la capacità di assumersi le sue responsabilità. Domani discuteremo
la proposta che il governo presenterà. Il rapporto tra le parti deve anche essere di rispetto, non bisogna avere paura di dire che ci sono anche segnali positivi: fino ad oggi non avevo mai sentito dire da parte del governo che c’era la volontà a rivedere l’applicazione dell’aspettativa di vita, che è una legge in essere. Oggi per la prima abbiamo sentito che la disponibilità a discutere su una serie di tipologie di lavoro c’è».
Ma fanno sentire la loro voce anche i rappresentanti della polizia di Stato, che riportano sostanzialmente la posizione del settore sicurezza, escluso un po’ da questa trattative. I segretari dell’Associazione nazionale funzionari di Polizia (Anfp) e del Siap, Enzo Letizia e Giuseppe Tiani sottolineano che «il tema dell’aumento automatico dell’età pensionabile e’ delicato e richiede la massima attenzione per gli innumerevoli risvolti sociali e per il numero di lavoratori che coinvolge». E sparano poi una bordata contro l’ex ministra Fornero, protagonista – nel disastroso governo Monti – Fornero – Cancellieri – di una riforma pensionistica lacrime e sangue: «non aiutano al confronto le parole dell’ex ministro Elsa Fornero che bolla come politica penosa e vigliacca quella di coloro che ai diktat preferiscono il dialogo. Dietro i numeri ci sono le persone in carne e ossa, a cui è ingiusto far pagare il prezzo di politiche economiche sbagliate che tanto danno hanno prodotto al Paese, ed è auspicabile che vengano abbandonati i toni da scontro finale». Anfp e Siap auspicano che nel tavolo tecnico previsto tra il ministro Padoan ed i sindacati, prevalga la volontà di trovare soluzioni diverse, tra le quali una moratoria di sei mesi per un monitoraggio approfondito, rispetto all’innalzamento automatico previsto.
