Migranti: bloccata la rotta attraverso il Niger diminuiscono gli arrivi in Europa

Un reportage di Le Monde da Niamey mostra che il Niger, si input (e finanziamenti) dell’Unione Europea, sta efficacemente bloccando gli autobus che gli immigrati utilizzano per poi arrivare sulle coste libiche e di lì in Europa. Su richiesta della Ue il governo di Niamey, la capitale del Niger, sta stringendo i controlli per fermare i flussi migratori. Due anni fa la sala d’attesa dei bus era affollatissima. Erano altri tempi. All’epoca i flussi migratori che attraversavano il Niger verso la Libia, piattaforma per raggiungere l’Europa, erano continui. Nell’anno 2016 dei 180.000 migranti sbarcati sulle coste italiane in partenza dalla Libia, attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, circa il 75 % era transitato dal Niger, provenendo dal Centro Africa. A Niamey l’Unione europea ha promesso una dotazione di 140 milioni di euro nel 2016 per smantellare i canali dei contrabbandieri di uomini e per trovare delle attività sostitutive per le comunità locali che vivevano in questa economia legata ai flussi migratori.
i leader europei hanno tentato di arginare il fenomeno moltiplicando le pressioni su questi paesi di transito, in primis Niger e Libia. A Niamey l’Unione europea ha promesso una dotazione di 140 milioni di euro nel 2016 per smantellare i canali dei contrabbandieri di uomini e per trovare delle attività sostitutive per le comunità locali che vivevano di questa economia legata ai flussi migratori (autisti, affittacamere, ristoratori).
Per il momento è soprattutto il bastone che sta funzionando, dal momento che la riconversione economica richiede tempo. Gli effetti di questa stretta, che si basa su una legge del 2015 contro le migrazioni illegali, ma finora applicata con un certo lassismo, sono tangibili, soprattutto sul tragitto che i migranti hanno percorso in questi anni.
La linea Niamey-Agadez della compagnia Sonef, incrocio nel quale confluivano i migranti prima di proseguire verso la Libia, è quasi deserta, pochi viaggiatori. Il numero dei passeggeri su questa linea è crollato del 30-40% nel 2017 rispetto al 2015. Il governo controlla ora più efficacemente, secondo quanto hanno dichiarato a Le Monde, i vertici della società di trasporto.
E’ sempre più difficile per i migranti provenienti da Senegal, Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, arrampicarsi sul bus di questa linea. Un segno della stretta dei controlli è anche il fatto che i passeggeri non possono più acquistare un biglietto senza presentare un documento di identità, e la maggior parte dei viaggiatori ne è sprovvista. Le compagnie di trasporto preferiscono lasciarli a terra piuttosto che finire nei guai con la polizia che ha moltiplicato i controlli sulla via di Agadez. Alla fine il messaggio è passato: i migranti provenienti dall’Africa occidentale sanno che per loro sarà sempre più difficile raggiungere Agadez.
Ma questo non vuol dire che molti di loro ci rinunceranno, anzi continueranno a provare il passaggio attraverso vie secondarie, a bordo di veicoli di fortuna, precari, mettendo in pericolo la loro incolumità. Protestano le associazioni umanitarie, ovviamente. La diminuzione dei transiti mette in pericolo il loro business, ma affermano «Bloccare una rotta attraverso una regione al passaggio degli autobus è assurdo». Ma intanto i transiti sono diminuiti e gli affari dei trafficanti pure.
