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Lavoro: il milione di posti vantato da Renzi non incanta la Camusso e la Uil. Oltre metà sono precariato

ROMA – Dividono i dati sul mercato del lavoro in Italia. Se il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti appare soddisfatto dei dati diffusi dall’Istat sugli occupati e disoccupati di novembre 2017, non sembra così entusiasta il segretario generale della CGIL, Susanna Camusso che, commentando i dati sul mercato italiano spiega come i dati Istat evidenzino “l’ennesimo boom di contratti a termine”. L’occasione per la Camusso è stata un Convegno, dove il segretario della CGIL ha sottolineato: “non mi pare ci siano dati che danno un segno diverso rispetto alla continua precarizzazione del mercato del lavoro”.

“Siamo state le prime, nei mesi scorsi e unitariamente con CISL e UIL a denunciare con preoccupazione la crescita esponenziale delle dimissioni delle lavoratrici madri, fenomeno rilanciato dal rapporto dell’ispettorato del lavoro del 2016, secondo cui sulle 29.879 donne che si sono licenziate, 24.618 hanno addotto motivazioni legate alla difficoltà di assistere i figli e di conciliare la vita privata con il lavoro, hanno dichiarato poi il segretario confederale della CGIL, Tania Scacchetti, e il responsabile politiche di genere della confederazione, Loredana Taddei.

Alla Camusso fa eco Guglielmo Loy della UIL che pur riconoscendo che “i dati congiunturali e tendenziali degli indicatori del mercato del lavoro sono complessivamente positivi a novembre. Tuttavia, osservando la composizione della qualità della crescita occupazionale e le fasce di eta interessate, i numeri diventano meno incoraggianti. I lavoratori con occupazione temporanea hanno registrato un aumento 9 volte maggiore di quelli occupati a tempo indeterminato, rispetto allo stesso mese del 2016. E’ in flessione la componente di occupati tra i 35-49 anni che non beneficiano di alcun incentivo e si registra una forte crescita dei disoccupati over 50, forse dovuta a una difficile e lunga fase di ricollocazione nel mercato del lavoro”. Secondo Loy. “Occorre innanzitutto rendere ancora più oneroso il contratto a tempo determinato. E’ questa la strada per avere un’occupazione di qualità, dopo le tante riforme che hanno interessato questa tipologia contrattuale e gli ingenti incentivi per incoraggiare le assunzioni a tempo indeterminato. Nel futuro sarà inoltre opportuno diminuire, in maniera strutturale, anche il costo dei contratti permanenti”, ha concluso.

Di diverso avviso, il vice Ministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova che sottolinea: “I dati che anche oggi l’Istat ci restituisce, confermano in modo inequivocabile i risultati dell’enorme impegno profuso in questi anni sui temi del lavoro a partire dal Governo Renzi e attestano la bontà delle Riforme attuate”. Bellanova è consapevole che bisogna “proseguire senza tentennamenti sulla linea tracciata, come abbiamo fatto con i provvedimenti presenti nella Legge di Stabilità, per sostenere sempre più e sempre meglio il posizionamento delle nostre imprese, la competitività sui mercati internazionali, l’innovazione di processo e di prodotto, la necessità di estendere all’intera dorsale delle piccole e medie i risultati importanti che si registrano”.

In un’intervista Tv peraltro perfino Matteo Renzi, pur esaltando il risultato del milione di posti di lavoro per merito del governo suo e di quello di Gentiloni, aveva riconosciuto, in un sussulto di verità, che la metà di questi posti era precariato e che finora si era badato alla quantità e adesso si doveva puntare anche sulla qualità.

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