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Immigrazione, Chiesa e politica: una battaglia campale di cui si avvertono già pesanti avvisaglie in vista delle elezioni

Prosegue la forsennata campagna di Papa Francesco e della Cei in favore dell’immigrazione senza limiti, un concetto che, se può essere plausibile (ma nemmeno troppo) nella visione della Chiesa universale e della sua missione, diventa praticamente inattuabile e addirittura pericoloso e deleterio per la civile e pacifica convivenza in un Paese come l’Italia, nel quale una buona parte della popolazione vede negli immigrati un pericolo e una concorrenza sgradita per il lavoro e la sopravvivenza. Ma nonostante tutto Papa Francesco non demorde e la sua presenza nell’odierna giornata mondiale del rifugiato e del migrante è stata caratterizzata soprattutto dal messaggio che vi ha dedicato, divulgato nei mesi scorsi, e che ha dato il la alle numerose iniziative sorte a livello diocesano.

PAPA – «Accogliere, proteggere, promuovere e integrare» i quattro verbi chiave per Bergoglio, che li aveva già proposti nel febbraio dello scorso anno in un discorso ai partecipanti al forum internazionale «Migrazioni e pace». Che il tema sia carissimo al Papa è più che noto e lui stesso all’inizio del messaggio lo conferma: «Durante i miei primi anni di pontificato ho ripetutamente espresso speciale preoccupazione per la triste situazione di tanti migranti e rifugiati che fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni, dai disastri naturali e dalla povertà. Si tratta indubbiamente di un segno dei tempi che ho cercato di leggere, invocando la luce dello Spirito Santo sin dalla mia visita a Lampedusa l’8 luglio 2013. Nell’istituire il nuovo Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, ho voluto che una sezione speciale, posta ad telnpus sotto la mia diretta guida, esprimesse la sollecitudine della Chiesa verso i migranti, gli sfollati, i rifugiati e le vittime della tratta».
Il Papa ha fatto molto di più in favore dei migranti e dell’accoglienza, moltiplicando una sua personale campagna settimanale, nei discorsi dell’angelus domenicale a Piazza San Pietro, dedicati quasi sempre alla necessità dell’accoglienza e della concessione della cittadinanza a tutti questi ingombranti ospiti. Entrabdo a piedi giunti nella campagna elettorale e nel dibattito sulla legge per lo ius soli, che per fortuna è stata rimandata alla prossima legislatura.

VESCOVI – Anche la Cei, la conferenza dei vescovi italiani, ha fatto la sua parte. Il Presidente, card, Gualtiero bassetti, anche oggi ha ribadito l’indispensabilità di venire incontro ai fratelli che fuggono da persecuzioni e dalle guerre), mentre la punta di diamante dello schieramento della Cei, il vescovo Nunzio Galantino, in una conferenza stampa martedì, citando tra le altre cose l’esperienza dei corridoi umanitari e la campagna «Liberi di partire, liberi di restare», ha nuovamente richiesto alla politica italiana di fare passi avanti in questa direzione. Si chiama significativamente «Liberi di partire, liberi di restare» la campagna lanciata dalla Conferenza episcopale italiana per dare una risposta concreta al fenomeno, non di rado drammatico, delle migrazioni dai paesi in via di sviluppo. Una definizione che è anche l’indirizzo web dell’omonimo sito liberidipartireliberidirestare.it realizzato per seguire lo sviluppo delle iniziative. Per finanziarle la Cei ha assegnato 30 milioni di euro dell’8xmille
Infine occorre segnalare che, secondo i dati forniti da don Giovanni De Robertis, direttore generale della Fondazione Migrantes, gli immigrati oggi in Italia sarebbero 5 milioni, più o meno quanti gli italiani all’estero, di questi, tra il 2012 e il 2017, in 476mila hanno ottenuto la cittadinanza italiana, a conferma dell’inutilità di battersi per lo ius soli. Ma la coerenza non sembra il forte della Chiesa in questa delicata e controversa materia.

POLITICA – Fin qui la posizione del Papa e dei Vescovi, alla quale è seguita una reazione veemente della politica solo da parte degli esponenti di punta della Lega. Il senatore Roberto Calderoli afferma netto: “La smettano i vescovi di mettere il becco nella politica e questo appello non è rivolto solo alla Cei ma anche a Papa Francesco che da oggi non chiamo più Santo Padre, perché deve finirla di sfinirci con le sue menate sugli immigrati, basta comprenda anche lui che gli immigrati irregolari devono tornarsene a casa loro: lo capiscano anche il Papa e la Cei. E capiscano che per ogni migrante che vuol venire qui per motivi economici ci saranno dieci italiani che staranno peggio”. Mentre Matteo Salvini attacca direttamente Papa Francesco: “Ho sentito il Santo Padre: accoglieremo chi lo merita, non possiamo accogliere tutto il mondo dato che abbiamo 4 milioni di italiani che non mettono insieme pranzo con la cena”.

ACCOGLIENZA – Al di là delle affermazioni forse esagerate, ma certamente non razziste, dei due esponenti leghisti, resta il fatto che l’Italia non può certo permettersi di continuare una politica d’accoglienza indiscriminata, facendo arrivare sulle sue coste tutti i migranti che attraversano il Mediterraneo, come è accaduto negli ultimi tempi grazie agli sciagurati accordi fra Renzi e la Ue.

MINNITI – Minniti sta cercando di rimediare a fatica, ma la sua meritoria azione è ostacolata proprio da alcune frange della sinistra, dalle Onlus e dalle associazioni interessate a sfruttare il business dell’accoglienza, molto lucroso. Ma è una situazione alla quale va posto subito un freno, va trovato un limite, deciso e posto in atto direttamente dal nostro paese.

EUROPA – Visto che l’imbelle Europa non riesce proprio a concretizzare le politiche di respingimenti e di riallocazione per realizzare la distribuzione equa, sul territorio europeo, di chi ha diritto a restare. Né tantomeno riesce ad organizzare, come sarebbe indispensabile, tramite accordi con i Paesi da dove provengono, il respingimento di tutta quella massa di migranti economici (circa l’80% del totale) che adesso svernano nelle nostre città mantenuti di tutto punto a nostre spese, o ingrossano le fila della criminalità, soprattutto nel settore della droga e della prostituzione. Gli italiani non credono più alle favole dei migranti che scappano dalla fame, dalle persecuzioni e dalle guerre. Per una parte certo sarà la verità, ma sono stato personalmente testimone dei commenti di molti abitanti di Firenze che, vedendo giovani di colore aitanti, alti 1,90m, nullafacenti e dotati di telefonini e cuffie e apparecchi per produzione di suoni di ultima generazione, si chiedono, a ragione, da quali persecuzioni, da quale fame e da quali tragedie fuggano tutti questi. Ed è una domanda che rivolgeranno presto ai nostri politici, ai quali chiederanno una modifica delle politiche dell’immigrazione e di pensare di più ai poveri che nel nostro Paese, nell’era di Renzi, si sono moltiplicati giungendo alla cifra record di quasi 5 milioni. Molto dipenderà da chi uscirà vincitore dalle prossime elezioni, anche se la tripartizione sostanziale dei gruppi che si contendono la supremazia non fa prevedere niente di buono, tenuto conto dell’attuale legislazione elettorale e della difficoltà di accordi fra gruppi diversi.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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