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Europa: italiani sempre più euroscettici, in barba a Prodi e Napolitano. Prima causa la crescita dell’immigrazione non governata

commissione ue

Quando nel 1980 partii da Firenze per andare a lavoirare a Bruxelles nella Commissione ue, si era nel pieno dell’innamoramento e dell’illusione che l’Europa, allora a 9, avrebbe risolto molti dei problemi dei popoli europei. Sogno e illusione dei padri fondatori e di politici come Prodi e Napolitano, destinati a scemare nel tempo, tanto che gli italiani, da popolo più euroentusiasta, stanno diventando fra i più euroscettici.

Il picco di opinioni a favore dell’Ue, pari al 79% – ben al di sopra della media europea – si era registrato nel 1991, mentre il momento più basso in 30 anni, si è avuto nell”autunno 2016, quando solo il 33% degli italiani si è detto a favore della permanenza del Paese nell’Unione. La visione molto idealizzata degli italiani dell’Unione è passata così da quella di “una super-madre protettrice, capace
di rimediare a mancanze e lacune”, a quella di una “matrigna”. A fine 2017, solo il 36% degli italiani riteneva che in Ue si tenesse conto degli interessi del loro Paese, e anche se si è notato un miglioramento nel corso dell”ultimo anno, con una rimonta di otto punti percentuali rispetto al 2016, il dato resta molto inferiore alla media Ue. Il progressivo disincanto degli italiani verso l’Ue preoccupa l’Unione.

Un rapporto stilato dall’Istituto Jacques Delors, il think thank presieduto da Gianni Letta, in partnership col Centro Kantar sul futuro dell’Europa, presentato a Bruxelles, dimostra chiaramente questa situazione. I fattori posti alla base di questa regressione sono in particolare la contrazione economica e la crisi migratoria legata ad un profondo senso di abbandono. Insieme agli attacchi all’euro, questi elementi conducono alla delegittimazione delle istituzioni democratiche europee. Tuttavia, si spiega, «gli italiani non hanno rinunciato alla speranza di ritrovare un Europa protettrice», come era stata all’inizio, dopo il 1958, ma per risalire la china, occorrerà che si avvii anche nel nostro paese una sensibile ripresa economica e, aggiungiamo noi, una seria lotta all’immigrazione irregolare.

Lo studio segnala che nel decennio 2007-2016, in cui si è vista una netta discesa del gradimento degli italiani, l’economia si è
contratta del 9%. Ma il maggior fattore di disaffezione è stata proprio la crisi migratoria, poiché agli occhi degli italiani l’Ue, ed in
particolare i Paesi vicini, hanno dato prova di grande indifferenza e mancanza di solidarietà.

Un’istituzione che non è capace di regolare un fenomeno imponente come quello delle migrazioni e non riesce a instaurare una politica che distribuisca equamente interventi e sacrifici su tutti i 27 membri viene ritenuta praticamente inutile, anzi quasi dannosa. Tanto più che molti attribuiscono all’Europa e alla Germania della cancelliera Merkel la troppo prolungata crisi, la politica del rigore,  e la crescita della povertà, che in Italia, nell’era di Renzi, colpisce ormai oltre 5 milioni di persone, un record storico. Allora molti italiani forse pensano di seguire l’esempio inglese, bye bye Europa!

 


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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