Skip to main content

Elezioni: a Roma caos per le schede sbagliate, identificati 36 elettori. Anche Bersani a Piacenza vittima del tagliando antifrode

ROMA – Il caos creatosi per le schede elettorali sbagliate al seggio di via Micheli, a Roma, quartiere Parioli, ha fatto emergere il pericolo concreto che, attraverso la verifica dell’inutile e dannoso tagliando di trasparenza si possa risalire non solo all’identificazione dell’elettore, ma anche ai voti espressi. Infatti a Roma si sta cercando di ricontattare quei 36 elettori che avevano ormai già votato ma su schede non valide, in quanto erano riportati nomi errati dei candidati di un altro municipio. Un elettore, mentre stava votando, si è accorto dell’errore e ha chiamato il presidente del seggio che ha svuotato le urne elettorali: dentro c’erano 36 schede che però non erano valide.

“Dall’ufficio elettorale stanno cercando di ricontattare gli elettori e in 5 sono tornati a votare, questa volta su schede valide – riferisce all’Adnkronos Giuseppe Scicchitano, di Fratelli d’Italia, presidente della Commissione Trasparenza del II Municipio – Quanto al resto delle schede, si tratta comunque di poche decine e il presidente del seggio con i rappresentanti di lista stanno discutendo sul da farsi: secondo alcuni infatti il voto potrebbe essere convalidato, secondo altri no perché i nomi dei candidati erano sbagliati”.

Il Presidente della Commissione ha preso in esame il lato meno rilevante della vicenda. In questo caso infatti il Comune è risalito all’identita degli elettori con riferimento alle 36 schede errate già imbucate nell’urna e tirate fuori dal Presidente. Per queste 36 situazioni sarebbe possibile facile ricostruire anche l’abbinamento scheda – elettore e violare così la segretezza del voto? Ma in ogni caso ne va della validità del voto espresso, ponendo nel nulla la volontà del cittadino.

PIACENZA – A proposito di errori, un elettore particolarmente qualificato, l’ex segretario Pd Pier Luigi Bersani, nel seggio di Piacenza, è caduto nel tranello della legge di Rosato, e ha saltato uno dei nuovi passaggi previsti per evitare brogli nell”esercizio del voto: il distacco del talloncino anti-frode che serve da ”matching” tra scheda consegnata e quella imbucata nell”urna. E così, Bersani, all’uscita dalla cabina, ha infilato direttamente le schede nelle urne senza che queste passassero all’ultimo controllo del presidente del seggio che avrebbe dovuto rimuovere il talloncino per la verifica. Col risultato che la scheda dovrebbe risultare nulla.

Bella trovata di chi ha stilato questa perniciosa legge elettorale, tanto che il Ministro Minniti aveva accennato in anticipo alle disfunzioni che ci sarebbero state. Ma non ha potuto o saputo trovarvi rimedio. E alla fine non è escluso che qualche elettore si rivolga all’Autorità giudiziaria per il controllo della legalità di questo complicato meccanismo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741
Firenzepost small logo