Pensioni: l’Unione europea e Boeri contro le proposte di Lega e M5S. Intaccano la sostenibilità del sistema

Il dibattito sulle pensioni si riaccende dunque dopo il risultato elettorale, che ha visto la vittoria dei due partiti più critici nei confronti delle attuali rigidità del sistema previdenziale. Le proposte avanzate da M5S e Lega convergono infatti sull’abolizione o la sostanziale modifica di quanto previsto dalla riforma Fornero, vanto del governo che si è autodefinito Salvaitalia, guidato da Mario Monti, ma che negli effetti per gli italiani è stato molto poco salvifico.
Secondo l’Europa, che ha stilato il consueto report semestrale sui paesi membri, in Italia «la sostenibilità a lungo termine garantita dalle passate riforme pensionistiche si sta lentamente degradando». L’indicatore di rischio S2 segnala ora un rischio “medio” (rispetto al precedente “basso”), e una sostanziale marcia indietro rispetto all’attuazione delle passate riforme pensionistiche, in particolare per quanto riguarda l’adeguamento dell’età pensionabile, potrebbe peggiorare ulteriormente i rischi per la sostenibilità a lungo termine dell’Italia e l’indicatore S2.
Non si stupisce delle critiche di Bruxelles il presidente dell’INPS, Tito Boeri, che ha calcolato l’impatto sui conti pubblici delle proposte elettorali relative alle pensioni: le promesse fatte in campagna elettorale di abolizione della riforma Fornero determinerebbero un aumento del debito implicito di 85 miliardi, circa il 5% del PIL, con un ritorno ai pensionamenti di anzianità a quota 98 oppure con 40 anni di contributi. Il riferimento è alle proposte, contenute nel programma del Movimento 5 Stelle e della Lega. Senza le finestre mobili l’impatto sul debito salirebbe a 105 miliardi, con una maggiore spesa netta di 20 miliardi l’anno.
Per la UIL «il sistema pensionistico italiano è ultra-sostenibile nel breve, nel medio e nel lungo termine». Secondo il segretario Domenico Proietti, la spesa per pensioni in Italia rientra ampiamente nella media UE.
Come si vede un quadro complesso. Secondo gli esperti di Bruxelles, ma anche secondo chi in Italia si occupa del problema pensionistico e gestisce le stesse pensioni (sindacati e Inps), non sarebbero necessari interventi sul sistema, e in particolare quelli indicati dalle forze che hanno trionfato alle elezioni potrebbero dissestare gli equilibri che finora si sono faticosamente raggiunti.
Mattarella dovrà sciogliere entro non molto tempo il rebus del nuovo governo, ma speriamo che non consideri (come è stato ventilato da qualche parte) ad ogni costo necessaria, in un governo a guida M5S, la presenza equilibratrice di uomini del Pd, bocciato sonoramente dagli elettori. E’ una delle soluzioni auspicate adesso da Di Maio e da alcuni esponenti non renziani dello stesso Pd. Il tutto probabilmente per non attribuire incarichi alla Lega e a Matteo Salvini.
Sarebbe un’ulteriore sconfessione della volontà degli italiani, visto che il centrodestra è la coalizione vincente delle consultazioni, anche se i grillini – con molto poca conoscenza delle regole – sostengono che spetta a loro l’incarico, essendo loro il primo partito, ma con un margine non sufficiente per governare. Mattarella è considerato uomo molto prudente e ligio alle regole, ma resta pur sempre un politico, democristiano di lungo corso e pertanto legato al centrosinistra. Il suo predecessore, Re Giorgio Napolitano – che ancora imperversa nel dibattito politico – si è preso beffe del popolo sovrano per quattro anni, non possiamo andare avanti con la stessa solfa per altro tempo.
