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Lavoro: aumentano (al top) i contratti precari a tempo determinato, spariscono quasi quelli stabili

ROMA – Nel quarto trimestre 2017, il numero di attivazioni a tempo determinato raggiunge il livello massimo (1 milione 891 mila) della serie storica dal primo trimestre 2011. Si rileva dalle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro, nella nota congiunta con Istat, Inps, Inail e Anpal sulle tendenze dell’occupazione. Invece la somma di attivazioni e di trasformazioni a tempo indeterminato è il valore più basso della serie sempre dal 2011 (519 mila). In totale le attivazioni nel trimestre sono 2,336 milioni e le cessazioni 2,262 milioni (con un saldo di +75 mila posizioni lavorative).
Queste 75 mila, sempre sulla base delle comunicazioni obbligatorie, sono una sintesi di un incremento di 108 mila posizioni a tempo determinato e di un calo a tempo indeterminato (-34 mila). Rispetto, invece, al quarto trimestre 2016, le posizioni lavorative segnano un aumento di 443 mila; di queste, 40 mila a tempo indeterminato (incluso l’apprendistato), 403 mila a tempo determinato (incluso il lavoro stagionale).

Continuano quindi gli effetti perversi del Jobs Act di Renzi, ma intanto lui s’insedia in quel Senato che voleva abolire.

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